Cdp, Costamagna: faremo nostra parte in Alitalia e Ilva. Quota Saipem non in vendita, su Tim contatti con Elliott
Certo, i risultati finora non sono stati soddisfacenti, ma Saipem rimane per Cassa Depositi e prestiti “un investimento a lunghissimo termine” e “non in vendita”. Lo afferma il presidente di Cassa depositi e prestiti Claudio Costamagna, nel corso della conferenza stampa indetta in occasione della presentazione dei risultati di bilancio del 2017.
Inoltre, su altri dossier aperti, nonostante ci siano stati contatti con il fondo attivista Elliott su Tim, per ora la Cassa non ha preso ancora alcuna decisione e rimane concentrata sul suo progetto in Open Fiber, di cui è azionista insieme a Enel.
E su Alitalia? Costamagna conferma che la Cdp è disposta a fare la sua parte, come farebbe anche con Ilva. Ovvio, in presenza di un piano sostenibile e come “partner finanziario e assolutamente di minoranza”, e a seguito della vendita della compagnia aerea. “Esiste una procedura, non ne siamo coinvolti, ci sono due parti interessate a rilevare la compagnia. Noi siamo disponibili a fare quello che potremmo fare anche nel caso di Ilva: se il vincitore ha interesse ad averci come partner finanziario e di minoranza per accompagnare il processo di ristrutturazione e dovesse presentarsi con un piano industriale sostenibile, a quel punto ci siederemo e valuteremo se portare la proposta al nostro cda”.
Del caso Ilva parla anche l’amministratore delegato di Cdp, Fabio Gallia. Che, di fatto, afferma: “Siamo disponibili, qualora fosse necessario, a prendere una quota”.
D’altronde, “Ilva è un’industria essenziale per un paese manifatturiero come il nostro, era una anomalia non avere un’industria siderurgica forte per un paese manifatturiero come il nostro”.
Tornando a Saipem, Costamagna afferma per l’appunto che si tratta di “un investimento a lunghissimo termine”.”E se le cose andranno come speriamo andranno in futuro, riusciremo a recuperare quell’investimento”.
In ogni caso, a dispetto delle difficoltà contro cui si imbatte il comparto, “la nostra partecipazione non è in vendita”. Sicuramente, si tratta di “un investimento molto complicato“, visto che “il settore ha sofferto moltissimo”. Ma è lo stesso comparto che “sta dando segnali positivi, anche perché il prezzo del petrolio è salito e questo aiuta”.
“Non siamo soddisfatti dell’investimento, è chiaro, avremmo sperato performance migliori – sottolinea ancora Costamagna – ma l’intero settore ha avuto grossi problemi”. In ogni caso, “siamo sempre fiduciosi che l’azienda, con il know how che ha, possa dare risultati migliori“.
Precisazioni su Tim arrivano sempre dal presidente, in merito a eventuali contatti con il fondo attivista:
“Inutile dire di no, contatti ci sono stati ma per il momento non c’è nessuna decisione e comunque noi siamo convinti del nostro progetto in Open Fiber”. E’ stata questa la risposta di Claudio Costamagna a chi gli ha chiesto di rilasciare un commento sulla possibilità di un eventuale investimento nella rete scorporata, come proposto da Elliott.
E dunque, sull’ipotesi di una società della rete con Open Fiber e Tim, la risposta è stata che “per il momento siamo da soli e balliamo da soli”, e che “quello in Open Fiber è un investimento strategico fondamentale, lo stiamo facendo con un partner che è nostro cugino e continuiamo a farlo perchè è l’unica alternativa che abbiamo, poi vediamo cosa succede dall’altra parte”.
“Continuiamo i nostri investimenti con Open Fiber e siamo convinti che avere una rete in fibra in Italia sia una delle priorità piu importanti per modernizzare il paese”.
Riguardo ai risultati di bilancio del 2017, l’utile netto di Cdp Spa si è attestato a 2,2 miliardi (+33% su base annua, rispetto 2016) e l’utile netto consolidato è balzato a 4,5 miliardi (da 1,2 miliardi precedenti) sia per il contributo della capogruppo, con un utile di pertinenza di 2,9 miliardi (da 0,2 miliardi), sia delle partecipate.
Le risorse mobilitate sono state di 33,7 miliardi (+20%) per un totale di 58 miliardi di investimenti attivati, in linea col piano industriale.
Considerando il triennio 2015-2017, le risorse mobilitate sono state pari a 92 miliardi di euro – in crescita del 17% rispetto ai 79 miliardi del precedente triennio – per un totale di risorse attivate pari a 162 miliardi.
In base a quanto risulta dalle stime di Prometeia, l’impatto delle attività di Cassa depositi e prestiti sul prodotto interno lordo italiano, nel 2017, è stato di 40 miliardi e di 490.000 posti di lavoro (creati o mantenuti) grazie agli investimenti effettuati.