Toys’R’Us chiude i negozi negli Stati Uniti. A rischio 33mila posti di lavoro
Toys’R’Us, la famosa insegna dei giocattoli, chiude i negozi negli Stati Uniti e si prepara a una fase di riorganizzazione profonda nel resto del mondo, dopo il tentativo fallito di recuperare le perdite o trovare un acquirente. Una decisione che comporterà migliaia di licenziamenti. Si parla di 33mila posti a rischio solo Oltreoceano, metà della forza lavoro globale del gruppo.
Toys’R’Us ha annunciato attraverso il suo sito che sta aspettando il via libera dal tribunale Usa per procedere alla liquidazione dell’inventario dei suoi 735 negozi statunitensi che abbasseranno poi la claire. Il gruppo cercherà di salvare le sue attività in Canada e combinarle probabilmente con alcuni store più redditizi negli Stati Uniti. Nel resto del mondo, Toys’R’Us sta pianificando una “riorganizzazione” e un “processo di vendita” in Asia, Germania, Austria e Svizzera. Il gruppo sta studiando le possibili mosse, inclusa una “potenziale vendita”, delle sue operazioni in Francia, ma anche in Australia, Polonia, Portogallo e Spagna. Anche la divisione britannica dovrebbe subire la chiusura di un centinaio di negozi nelle prossime settimane, minacciando 3.000 posti di lavoro.
La decisione, secondo alcune indiscrezioni di stampa, comporterà il licenziamento di 33mila dipendenti, praticamente la metà degli attuali 65mila dipendenti che Toys’R’Us impiega in tutto il mondo. Lo scorso settembre il colosso dei giocattoli aveva fatto richiesta per attivare il Chapter 11 della legge Usa sui fallimenti, la procedura di bancarotta assistita che protegge la società in difficoltà dalle richieste dei creditori, così da permetterle di proseguire l’attività (Leggi QUI). “Non abbiamo più il sostegno finanziario per continuare le nostre attività americane – ha ammesso Dave Brandon, presidente e amministratore delegato del gruppo – in questa giornata profondamente triste per noi e per i milioni di bambini e famiglie che abbiamo servito negli ultimi 70 anni”.