Bankitalia: le nuove previsioni su consumi famiglie, investimenti, disoccupazione e occupazione
Forte revisione al rialzo da parte di Bankitalia delle stime sui consumi delle famiglie italiane per il 2021: l’outlook è stato migliorato dalla crescita precedentemente prevista pari a +3,3%, a una pari a +5,1%; per il 2022, l’outlook è stato invece tagliato dal +5,6% stimato nelle proiezioni economiche dello scorso luglio a +4,6%.
Per il 2023 le previsioni sono state lasciate ferme a un rialzo dei consumi pari a +2,2%. Per il 2024, i consumi delle famiglie sono attesi in crescita dell’1,5%.
Per il 2021, il boom degli investimenti fissi lordi è atteso inoltre a +15,6%, meglio della stima precedente, pari a +15,2%; l’outlook per il 2022 è stato invece rivisto al ribasso dal +8,7% precedentemente atteso al +5,5%; quello per il 2023 è stato migliorato da una crescita inizialmente attesaa pari a +5% a +6,1%, mentre per il 2024 è prevista una crescita degli investimenti fissi lordi pari a +3,3%.
Riguardo al tasso di disoccupazione, le nuove previsioni di Bankitalia per il 2021, 2022 e 2023 sono di un tasso al 9,5%, 9%, 8,9%, rispetto alle precedenti stime pari a 10,5%,10,3%, 9,9%. Per il 2024, il tasso di disoccupazione è atteso in ulteriore contrazione, all’8,7%. Nelle nuove proiezioni economiche di Palazzo Koch si legge che “sul mercato del lavoro si valuta che il numero di ore lavorate sia aumentato quest’anno di quasi il 7 per cento e continui a espandersi nel prossimo triennio a ritmi di poco inferiori a quelli del prodotto, riportandosi sui livelli precedenti la crisi pandemica alla fine del 2022. La crescita del numero di
occupati, ancora contenuta quest’anno, si rafforzerebbe gradualmente nel prossimo triennio”, con un aumento nel numero di occupati per il 2021, 2022 2023 pari a +1%, +1,5%, +1%, rispetto alle precedenti stime di luglio pari rispettivamente a -0,7%, +1,6% e +1,8%. Per il 2024, l’aumento degli occupati è previsto al ritmo dell’1,3%”.
Bankitalia precisa che “questo scenario è fortemente dipendente dalle ipotesi sull’evoluzione della pandemia e sugli effetti delle misure di sostegno, tra cui quelle incluse nel PNRR. Un deterioramento del quadro epidemiologico rispetto a quello ipotizzato potrebbe determinare maggiori limitazioni alla mobilità e incidere negativamente sulla fiducia dei consumatori e delle imprese, ostacolando la ripresa dell’attività economica. Le proiezioni, inoltre, rimangono condizionate alla piena ed efficace attuazione degli interventi previsti dal PNRR. Ulteriori fattori di rischio sono connessi con l’intensità e la durata delle
tensioni dal lato dell’offerta e con la possibilità di un andamento meno favorevole della crescita e del commercio mondiale. L’inflazione potrebbe risultare più elevata di quanto previsto se le quotazioni energetiche dovessero mantenersi su livelli elevati più a lungo di quanto ipotizzato e se fosse maggiore la trasmissione alla dinamica salariale del recente forte incremento dei prezzi al consumo”.