Gary Cohn lascia Trump. Fmi lancia alert protezionismo, UBS teme profonda guerra commerciale
Gary Cohn lascia l’incarico di consigliere economico numero uno della Casa Bianca, e i mercati vengono spiazzati dalla notizia, in un contesto in cui, a prevalere, e da giorni, è il timore di una guerra commerciale che Donald Trump appare pronto a lanciare contro tutti i partner commerciali dell’America.
Mentre il direttore del Fondo Monetario Internazionale Christine Lagarde avverte che in una guerra commerciale “nessuno vince”, l’era del protezionismo è già iniziata.
Inaugurata con quello che è diventato il motto di Trump “America First”, ovvero America al primo posto, la nuova era si è presentata già in diverse occasioni sotto forma di imposizioni di dazi doganali minacciate o varate. La scorsa settimana, il presidente americano ha alzato ulteriormente la voce, annunciando dazi doganali del 25% sulle importazioni Usa di acciaio e del 10% su quelle di alluminio.
Le proteste arrivate da più parti non hanno intaccato le convinzioni di Trump, che ha anzi detto che le guerre commerciali sono facili da vincere, irritando sempre più i paesi partner commerciali. L’Unione europea è già all’opera con tariffe punitive che colpirebbero prodotti americani per un valore di $3,5 miliardi, e anche gli altri paesi non staranno a guardare.
Sul caso Cohn, Bloomberg riporta che Trump lo ha incontrato prima delle dimissioni, chiedendogli di cooperare sulla questione dei dazi doganali e di sostenere la decisione in un incontro all’Ufficio Ovale della Casa Bianca. Cohn non ha offerto il suo sostegno, facendo così scattare, dopo qualche ora, l’annuncio della Casa Bianca sulle sue dimissioni.
Secondo una fonte, Trump avrebbe chiesto in modo specifico a Cohn: “Facciamo parte tutti dello stesso team, vero?” ma Cohn non avrebbe risposto.
Dopo questa notizia, il mondo è sull’attenti. Dominic Schnider, responsabile della divisione commodities e APAC FX presso l’unità di gestione patrimoniale di UBS lancia l’allarme, affermando che, a suo avviso, le commodities industriali dai metalli all’energia saranno colpite in modo negativo da quella che si confermerà “una profonda guerra commerciale”, mentre una tale prospettiva beneficerà le quotazioni dell’oro.
“Potremmo non assistere all’accelerazione della crescita globale a +4,1% attesa per quest’anno, e una decelerazione sarà negativa”. E “ciò che davvero sostiene i guadagni delle commodities sul fronte industriale è il momentum di crescita”.
E’ possibile a questo punto che, a prendere il posto di Gary Cohn, sia il consigliere al Commercio Peter Navarro, più vicino alle posizioni improntate al protezionismo del presidente Trump.
Come ha riferito a Cnbc un funzionario della Casa Bianca, le dimissioni di Cohn sono intanto “una vittoria enorme per i nazionalisti” e “Peter Navarro ha vinto la battaglia sul commercio, ora che Gary ha gettato la spugna”.
In questo modo, “a Trump sarà permesso di essere Trump”, circondato da consiglieri più vicini alle sue posizioni, e più vicini soprattutto alla sua filosofia “America First”, America al primo posto. Tra i papabili al posto di Cohn, si fa anche il nome di Larry Kudrow, conservatore ma favorevole al libero commercio, come lo è Cohn.