Piazza Affari chiude piatta, exploit di Poste e Moncler. Soffre Luxottica
Martedì senza direzione per Piazza Affari. La giornata si è chiusa con l’indice Ftse Mib a quota 22.728 punti, in rialzo dello 0,08%. Il mercato non ha reagito al primo discorso del neo presidente della Fed, Jerome Powell, che si è mostrato cauto sul fronte tassi. “Ulteriori rialzi graduali dei tassi promuoveranno al meglio il raggiungimento di entrambi i nostri obiettivi”, ha detto Powell davanti al Congresso.
In Italia si è tenuta l’ultima asta Btp prima dell’appuntamento elettorale. Il Tesoro ha registrato il pieno all’asta collocando Btp a 5 e 10 anni per un totale di 6 miliardi di euro. Il Btp a 5 anni è stato allocato al rendimento lordo dello 0,89%, con una variazione del rendimento in punti base a +23.
Sul parterre milanese balzo del 2% per Moncler a 28,86 euro. Ieri sera il gruppo guidato da Remo Ruffini ha riportato un fatturato 2017 di 1,194 miliardi, in crescita del 14,7% a cambi correnti (+17% a cambi costanti), con l’ultimo trimestre che ha evidenziato un +17% a cambi correnti.
Ancora meglio fa Poste Italiane (+5,8%) che questa mattina ha presentato il piano al 2022 che prevede ricavi pari a 11,2 miliardi di euro, con una crescita annua dell’1%, e un utile netto di 1,2 miliardi, in aumento del 13% ogni anno. Per quanto riguarda il dividendo, il gruppo prevede una “crescita sostenibile, basata su una consistente capacità di generare cassa”. In particolare, la politica dei dividendi sarà basata sul livello 2017 di 0,42 euro per azione, con un aumento del 5% l’anno fino al 2020 e un payout minimo del 60% dal 2021 in poi. Gli analisti di Kepler Cheuvreux rimarcano come la politica dividendi risulti più generosa delle attese.
Tra le banche si è distinta Unicredit (+1,45%), seguita da Banco Bpm (+0,6%) che ha sfruttato il buy con cui gli analisti di Hsbc hanno avviato la copertura sul titolo.
Male Luxottica (-3%) che ieri sera ha diffuso i conti 2017 con utile netto balzato a 970 milioni (+10%), sopra le attese di mercato che erano ferme a 924 milioni. Reazione negativa ai conti 2017 anche da parte di Campari che ha lasciato sul terreno oltre il 3%.