Tapering prudente, Bce vara uscita soft dal PEPP. Stime inflazione 2022 quasi raddoppiate
Mentre la Fed ha raddoppiato il suo ritmo di riduzione degli acquisti di asset e la Bank of England ha appena alzato i tassi di interesse, la BCE adotta una politica dei piccoli passi nella sua exit strategy dalle misure straordinarie di stimolo. L’uscita dal PEPP, che terminerà a marzo, sarà molto cauta usando come amortizzatore il QE classico che temporaneamente (6 mesi) sarà raddoppiato di entità.
Fine Pepp a marzo, temporaneo aumento del QE per sei mesi
Il QE pandemico da 1,85 trilioni di euro si concluderà come previsto a marzo. Per attutire tale arresto negli acquisti di emergenza, la BCE potenzierà temporaneamente il QE ordinario. Il cosiddetto Asset Purchase Program (APP) raddoppierà a 40 miliardi di euro al mese, a partire dal secondo trimestre, per poi scendere a 30 mld nei tre mesi successivi e tornare al ritmo attuale di 20 miliardi di euro a ottobre.
Il Consiglio direttivo della banca centrale europea ritiene che i progressi nella ripresa economica e verso l’obiettivo di inflazione a medio termine consentano una graduale riduzione del ritmo degli acquisti di attività nei prossimi trimestri. Ma è ancora necessario un accomodamento monetario affinché l’inflazione si stabilizzi all’obiettivo di inflazione del 2% nel medio termine. In considerazione dell’attuale incertezza, la Bce manterrà ‘flessibilità e facoltatività’ nella conduzione della politica monetaria.
Nel primo trimestre del 2022, il Consiglio direttivo prevede di effettuare acquisti netti di attività nell’ambito del programma di acquisto di emergenza pandemica (PEPP) a un ritmo inferiore rispetto al trimestre precedente. Cesserà gli acquisti netti di attività nell’ambito del PEPP alla fine di marzo 2022.
Il Consiglio direttivo ha deciso di estendere l’orizzonte di reinvestimento per il PEPP. Ora intende reinvestire i pagamenti principali dei titoli in scadenza acquistati nell’ambito del PEPP almeno fino alla fine del 2024. In ogni caso, il futuro roll-off del portafoglio PEPP sarà gestito per evitare interferenze con l’orientamento di politica monetaria appropriato.
Tapering prudente
“Con la decisione odierna la BCE ha avviato un processo di tapering molto cauto – commenta Carsten Brzeski, Global Head of Macro di Ing – . Questo è meno chiaro di quanto ci aspettassimo: la BCE ha scelto di garantire lo stesso livello di flessibilità del PEPP negli acquisti di asset, inclusa la possibilità di acquistare obbligazioni greche, e con un programma di transizione e non il reinvestimento degli acquisti di PEPP. Gli aumenti dei tassi sono ancora lontani”. “Finché l’aumento dell’inflazione è principalmente guidato da fattori una tantum, spesso legati alla pandemia, e finché la BCE crede in questa storia, la BCE può fare ben poco per frenare immediatamente l’inflazione. Nessuna singola azione della BCE porterebbe i container dall’Asia all’Europa più velocemente, accelererebbe la produzione di microchip o abbasserebbe i prezzi dell’energia”, aggiunge l’esperto di Ing.
Tutto confermato sul fronte tassi. I tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rimarranno invariati rispettivamente allo 0,00%, allo 0,25% e al -0,50%. A sostegno del suo obiettivo di inflazione simmetrico del 2% e in linea con la sua strategia di politica monetaria, il Consiglio direttivo prevede che i tassi di interesse di riferimento della BCE si mantengano su livelli pari o inferiori a quelli attuali finché non vedrà l’inflazione raggiungere il 2% ben prima della fine del suo orizzonte di proiezione e in maniera durevole per il resto dell’orizzonte di proiezione, e finché non riterrà che i progressi conseguiti dall’inflazione di fondo siano sufficientemente avanzati da essere coerenti con lo stabilizzarsi dell’inflazione sul 2% nel medio periodo. Ciò può anche implicare un periodo transitorio in cui l’inflazione è moderatamente al di sopra dell’obiettivo.
Inflazione vista oltre il 3% nel 2022
Le nuove stime Bce vedono l’inflazione per l’area euro al 2,6% nel 2021 e al 3,2% nel 2022 (rispettivamente da 2,2% e 1,7%). E’ la quarta volta consecutiva che la Bce rivede al rialzo le stime sui prezzi. la Lagarde ha spiegato l’elevata inflazione condizionata “in gran parte dai prezzi energetici”, il cui aumento “rappresenta un ostacolo”.
La Bce ha rivisto al ribasso le proprie stime sulla crescita del Pil dell’area euro per il 2022 dal +4,6% inizialmente previsto al +4,2%. Per quest’anno, la Bce prevede un’espansione del 5,1%, più alta del +5% attesa in precedenza