Finanza Notizie Italia Monitor sulla finanza immobiliare, Prevale il terziario direzionale nei portafogli dei fondi

Monitor sulla finanza immobiliare, Prevale il terziario direzionale nei portafogli dei fondi

Pubblicato 23 Gennaio 2018 Aggiornato 30 Maggio 2022 12:50

 

 

Il mattone mantiene sempre il suo fascino. Nel 2017 i fondi immobiliari italiani hanno continuato a detenere una quota di asset immobiliari, pari all’82%, decisamente più elevata rispetto al livello minimo del 67% imposto dalla legislazione e dai regolamenti. Tale quota, è però leggermente in diminuzione rispetto all’anno precedente (quando era pari all’85%) tornando ai livelli toccati negli anni 2014 e 2015.
È questa la tendenza che emerge dal XI Monitor sulla Finanza Immobiliare, realizzato dal Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali dell’Università di Parma in collaborazione con CACEIS Bank (gruppo Crédit Agricole), alla quale hanno partecipato 60 fondi immobiliari (di cui 19 quotati) per un totale di attività pari a 7.700 milioni di euro al 30 giugno 2017, che si pone l’obiettivo di analizzare gli investimenti finanziari dei fondi immobiliari italiani.
In generale, si sta assistendo a un trend di rinnovamento dei fondi immobiliari – commenta commenta il Claudio Cacciamani del Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali dell’Università di Parma – Da un lato, alcuni stanno andando a scadenza, imponendo il realizzo degli immobili e la distribuzione di liquidità agli investitori. Dall’altro lato, emergono nuovi fondi che, tuttavia, ancora non riescono a trovare investimenti coerenti con il profilo regolamentare e di rendimento-rischio”.
Secondo Cacciamanni da questo gap dell’offerta discenderebbe una presenza di liquidità che può derivare da realizzi, da difficoltà temporanee nel reperire investimenti e dalla necessità di mantenere un cuscinetto di liquidità per fare fronte a un possibile mancato rispetto di scadenze contrattuali da parte dei locatari.

 

Uffici a nord-ovest

 

Lo studio si sofferma sulla tipologia di investimenti immobiliari per la quale prevale il terziario direzionale, seguito dal commerciale (ovvero centri e parchi commerciali, supermercati), residenze sanitario assistenziali e hotel, ai quali si affiancano, in misura limitata, posti auto scoperti e coperti, magazzini, villaggi turistici, caserme, capannoni industriali e multisala cinematografiche.
Dal punto di vista geografico, poi, prevale la scelta di immobili situati al Nord (soprattutto Nord-Ovest), con il primato di Milano, Torino, Bologna, Lodi, Modena, Biella, Como e Padova, e al Centro (con Roma che primeggia sulle altre città).
Nell’attuale contesto macroeconomico, ormai definito espansivo, l’asset class immobiliare rappresenta sempre di più un’opportunità di investimento interessante, soprattutto nelle aree direzionali e commerciali di grandi città”, è il commento di Giorgio Solcia, Managing Director di CACEIS Bank. Che aggiunge: “Riteniamo che con la spinta dei PIR essa possa ulteriormente aumentare, visto il recente successo di questi strumenti finora investiti in asset class più liquide”.

Quanto alla diminuzione dei livelli di liquidità detenuta dai fondi, “La motivazione è che rappresentano ormai un costo per i gestori dati i tassi negativi che caratterizzano questa fase economica, e lo scarso utilizzo di strumenti efficienti come il bridge financing”, conclude Solcia.