Fitch: Italia dopo elezioni rischia stallo politico e voto anticipato, preoccupati per politiche fiscali espansive
Dopo il voto l’Italia rischia di allontanarsi dagli obiettivi di debito e deficit richiesti da Bruxelles. E’ quanto emerge dal commento di Michele Napolitano, responsabile della divisione di debiti sovrani dell’Europa occidentale di Fitch.
In un incontro con i giornalisti, Napolitano ha affermato che il paese rischia lo stallo politico dopo le elezioni del prossimo 4 marzo e che una tale situazione, potrebbe a suo avviso “mantenere deboli le prospettive di riforme economiche”.
E “siamo preoccupati perché le politiche fiscali potrebbero essere più espansive“.
Nel caso di una “maggioranza fragile con il rischio di un voto anticipato potrebbe essere difficile per qualunque governo prendere misure fiscali efficaci o adottare riforme impopolari”.
Allo stesso tempo, Napolitano ammette di essere meno preoccupato, “rispetto a un anno fa, di una deriva euroscettica”.
A suo avviso una coalizione Lega Nord, Fratelli d’Italia e Movimento 5 Stelle è poco probabile. E comunque, la “Lega Nord e il Movimento 5 Stelle hanno ammorbidito le loro posizioni contro l’euro”.
“Non riteniamo probabile un governo che porti l’Italia fuori dalla zona euro; tuttavia, il sostegno ai partiti euroscettici resterà forte, saranno forti in Parlamento e questo darà la possibilità di condizionare l’agenda politica”, continua Napolitano.
Sul rating del debito sovrano, al momento “è ben supportato da altri fattori che non hanno a che fare con le finanze pubbliche. Questo significa che se guardiamo ai nostri criteri, il rating italiano (‘BBB’ con outlook stabile] è abbastanza basso per un paese ricco come l’Italia con un settore privato in buono stato di salute rispetto ad altri paesi Ue”.
Dunque, “osserviamo il dibattito italiano e cerchiamo di capire che tipo di governo ci sarà, quale maggioranza lo appoggerà e, a quel punto, analizzeremo le politiche quando saranno nero su bianco, presentate in Parlamento e nel Def“.
Ieri un altro appello alle forze politiche era arrivato dal premier Paolo Gentiloni:
“Quando si parla della prossima legislatura -aveva detto – guai a dimenticare tra gli obiettivi uno dei più importanti: passare dalla stabilizzazione del debito pubblico, da una sua leggerissima flessione a una fase di riduzione graduale, sostenibile ma progressiva. Questo deve essere uno degli obiettivi fondamentali. Non è il tempo di scardinare i pilastri del nostro sistema, da quello pensionistico a quello fiscale, non è il tempo delle cicale ma è il tempo della competenza e dell’investimento sul futuro”.