Gentiloni: continuerò a governare ma sono anche uomo del Pd. Banche: audizioni Commissione non utilissime
Mission Accomplished. Missione compiuta: il premier Paolo Gentiloni è riuscito a centrare l’obiettivo di porre fine alla legislatura in modo ordinato. Lo ha riconosciuto lui stesso nel corso della conferenza stampa di fine anno.
“Quest’anno la conferenza stampa, oltre che di fine anno, ha anche un significato particolare. Posso dire innanzitutto che ritengo importante aver raggiunto l’obiettivo fondamentale di arrivare alla conclusione ordinata della legislatura”.
Anche perchè, considerato il “momento molto delicato” dell’Italia, in cui ancora ci si leccava le ferite provocate dalla crisi, “pensate quanto sarebbe stato grave e devastante arrivare a interruzioni traumatiche ed esercizi provvisori”.
E invece, grazie anche alla stabilità politica assicurata dal suo governo, “l’Italia si è rimessa in moto dopo la più grave crisi del dopoguerra”.
Certo “abbiamo fatto pochi annunci, ma non abbiamo preso poche decisioni”, insomma “non abbiamo tirato a campare”, ha precisato il presidente del Consiglio, che alla fine del discorso ha lasciato Palazzo Chigi per recarsi al Quirinale dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in vista dello scioglimento delle Camere (che secondo alcune fonti dovrebbe avvenire oggi o tutt’al più domani).
Non è mancato l’appello alla prossima legislatura:
“Nell’agenda della prossima legislatura non possono mancare le riforme e l’ambizione, guai a immaginare un futuro di piccolo cabotaggio“. E “guai a dilapidare i risultati raggiunti”, ha precisato.
Premier ma anche politico appartenente al Pd: Gentiloni ha tenuto a precisarlo. Nel confermare la sua piena intenzione di continuare a governare durante la campagna elettorale e dunque per tutto il periodo che precederà le elezioni politiche italiane, il premier ha evitato di rispondere alla possibilità di un governo di larghe intese paventata nei giorni scorsi – “qualsiasi cosa dica verrebbe usata contro di me, io ripeto che il governo governerà” – e ha rivendicato la sua natura di uomo politico.
“Io naturalmente oltre a svolgere il mio ruolo fondamentale, di presidente del Consiglio sia pure in un contesto di campagna elettorale e Camere sciolte, darò il mio contributo alla campagna elettorale del mio partito, il Pd”. Anche perchè i governi non sono super partes, fanno riferimento a una maggioranza ed è normalissimo che il presidente del Consiglio abbia anche un ruolo”. Tra l’altro, proprio il fatto che ci sia stata finora una sinistra di governo è una eredità importante per il Partito democratico, per usare le stesse parole del premier, “un patrimonio per il Pd”.
Non potevano mancare nella conferenza stampa di fine anno i riferimenti a questioni spinose che hanno caratterizzato questa legislatura e che sono state bersagliate da forti critiche fino a qualche giorno fa, in occasione delle audizioni alla Commissione di inchiesta sulle banche con cui sono stati riaffrontati i dossier Banca Etruria-coinvolgimento dell’allora ministra e attuale sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi e, tema strettamente collegato, la vigilanza esercitata da Bankitalia e la riconferma di Ignazio Visco numero uno di Palazzo Koch.
Con una frase che ha già messo sull’attenti opinionisti, critici e politici, Gentiloni ha anche ammesso di aver accolto “con un certo sollievo” la fine delle audizioni e ha aggiunto: “non credo che siano state utilissime”. Ovviamente, ha aggiunto, “se il Parlamento decide di fare una commissione d’indagine penso che il Governo non possa che rispettare questa decisione”. Tuttavia a nessuno è sfuggita la frase secondo cui il lavoro della Commissione non si sarebbe rivelato, alla fine, fondamentale, o tanto meno utile.
Insomma, “sulla commissione di inchiesta aspetto con rispetto le conclusioni che verranno e devo dire che con un certo sollievo ho registrato la fine delle audizioni nella commissione stessa”.
Il caso Maria Elena Boschi? Gentiloni ha ammesso quanto era circolato nei giorni scorsi, ovvero di avere insistito affinché Maria Elena Boschi restasse al governo, rispondendo a questa domanda con un “sì”. E in generale su come è stata gestita la questione delle crisi bancarie, il premier ha voluto rivendicare l’efficienza delle scelte compiute dall’esecutivo.
“Siamo intervenuti con decisione sulle più rilevanti crisi bancarie. C’è chi dice cha abbiamo messo soldi pubblici regalandoli alle banche. Ma in realtà si trattava di salvaguardare il risparmio ed evitare conseguenze di sistema. Altro che dare i soldi ai mariuoli. Lo abbiamo fatto con una frazione di risorse che altri paesi europei hanno usato per salvare loro banche”.
Ora “Il sistema bancario si sta risanando e occorre lasciarlo lavorare” ha detto, ribadendo come il valore degli Npl, ovvero dei crediti deteriorati, sia sceso da “86 a 66 miliardi, un calo di 20 miliardi di euro in meno di un anno”.
Dunque, “lasciatelo lavorare questo sistema”, e “noi vigileremo perché l’attività di risanamento prosegua”, contestualmente cercando di “evitare crisi create da regole complicate”.