Fsi, anche Qatar e Fei scommettono sul Made in Italy. Cedacri, il piano del fondo dei fondi sovrani include anche asset Mps
Investitori internazionali pronti a scommettere sul made in Italy. Nel nuovo Fsi – nato a seguito dell’esperienza, durata sei anni, dell’ex Fondo Strategico Italiano (ora Cdp Equity) – entrano nelle vesti di nuovi sottoscrittori il Qatar, con un impegno ipotizzato a 100 milioni di euro, e lo European Investment Fund (FEI). E’ quanto riporta Il Sole 24 Ore, precisando che l’ingresso ufficiale del FEI nel fondo dei fondi sovrani è avvenuto già qualche giorno fa, mentre quello del Qatar dovrebbe essere formalizzato all’inizio del nuovo anno.
Le due new entry si andranno ad affiancare agli attuali soci e investitori, che includono la Cdp (Cassa depositi e prestiti) – che ha mollato la maggioranza dell’Fsi diventando socio di minoranza – il fondo sovrano KIA del Kuwait e il fondo sovrano Temasek di Singapore. E ci sono anche, tra gli altri, alcuni fondi sovrani dell’Asia Centrale e del Far East, come per esempio i fondi sovrani di Cina e Corea del Sud.
Guidato dall’ex Merrill Lynch Maurizio Tamagnini, il fondo dei fondi sovrani ha come obiettivo quello di puntare appunto sul Made in Italy e sull’eccellenza italiana ed è già membro dell’International Forum of Sovereign Wealth Funds (IFSWF), ovvero della principale associazione al mondo dei fondi sovrani.
La strategia dell’FSI, riporta Il Sole 24 Ore, è sempre più definita: il quotidiano parla di un interesse per il settore del fintech e ricorda a tal proposito che “oggi è programmato il closing per l’acquisto del 27% di Cedacri”, per un valore di 100 milioni di euro circa.
Cedacri è una società del fintech italiano e si conferma anche il principale operatore nel settore dei servizi di It outsourcing per banche e istituzioni finanziarie.
Il restante 73% di Cedacri resterà in mano, stando a quanto reso noto dal comunicato relativo alla transazione, “ad alcune delle banche attualmente presenti nel capitale, che includono 14 istituti fra cui, con quote superiori al 3%, Banca Mediolanum, Cassa di Risparmio di Asti, Banco di Desio e della Brianza, Banca Popolare di Bari, Unipol Banca, Cassa di Risparmio di Bolzano, Banca del Piemonte e Credem”.
Cedacri si conferma il primo investimento di Fsi, che ha recentemente finalizzato il secondo closing della raccolta fondi, a un valore di 1,2 miliardi di euro, grazie all’apporto di capitale arrivato dagli investitori sia italiani – tra cui Cdp – che internazionali.
Al momento, il 70% dei sottoscrittori è rappresentato da investitori internazionali e il restante 30% da investitori italiani.
L’Fsi entrerà in Cedacri con risorse proprie, dunque senza far ricorso all’indebitamento, e tra gli obiettivi della transazione c’è anche quello di “favorire una quotazione a Piazza Affari di Cedacri in tempi abbastanza rapidi”.
Sempre Il Sole riporta che uno dei target sotto esame per Cedacri sarebbe la piattaforma di Information Technology di Mps, per cui è partito già il processo di vendita.
D’altronde, “nel piano studiato da Fsi, con l’accordo delle banche azioniste, c’è il disegno di fare di Cedacri un campione nazionale nel settore dell’IT“.