Tasse: entro oggi bisogna pagare la seconda rata di Imu e Tasi. Costerà quasi 10 mld
Il tempo a disposizione è quasi terminato. Entro oggi bisognerà, infatti, pagare la seconda rata di Imu e Tasi. E nell’attesa la Cgia di Mestre ha già fatto i conti in tasca agli italiani e ovviamente ai comuni incasseranno. Entro oggi (scadenza posticipata visto che il 16 dicembre cadeva quest’anno di sabato) i proprietari delle case di lusso, degli immobili strumentali (negozi, capannoni, uffici, botteghe) e delle seconde/terze case saranno chiamati a versare la seconda rata dell’Imu e della Tasi che ammonterà, complessivamente, a 9,9 miliardi di euro.
Secondo i dati diffusi dall’ufficio studi della Cgia, che ha analizzato i numeri riferiti ai gettiti della prima e della seconda rata degli anni precedenti, i proprietari di seconde e terze case saranno chiamati a versare ai Comuni 5,3 miliardi di euro, mentre i possessori di capannoni, di uffici e di negozi dovranno pagare 4,5 miliardi. I proprietari di una casa di pregio che viene utilizzata come abitazione principale corrisponderanno all’amministrazione comunale, dov’è ubicato l’edificio, circa 36,8 milioni di euro.
Ossevando la situazione a livello territoriale, la Lombardia darà il contributo economico più importante: tra l’Imu sulle case di lusso (7 milioni di euro), l’Imu e Tasi sugli immobili strumentali (1 miliardo) e sulle seconde/terze case (786 milioni), i lombardi verseranno complessivamente 1,8 miliardi di euro. Al secondo posto i laziali che dovranno corrispondere 1,2 miliardi di euro, mentre sul terzo gradino del podio dei più tartassati troviamo gli emiliano-romagnoli che metteranno sul piatto una cifra pari a 855 milioni di euro.
Altre scadenze…
Per Paolo Zabeo, coordinatore dell’ufficio studi della Cgia di Mestre, oggi sarà una giornata di passione per milioni di italiani perchè oltre al pagamento della seconda rata dell’Imu e della Tasi, sono in calendario altre scadenze. “Gli imprenditori dovranno versare le ritenute Irpef e i contributi previdenziali dei propri dipendenti e dei collaboratori – sottolinea Zabeo -. Inoltre, coloro che sono tenuti al pagamento su base mensile dell’Iva dovranno corrispondere all’erario l’imposta riferita al mese di novembre. Se si considera che entro Natale bisognerà erogare anche le tredicesime, per moltissime imprese, soprattutto quelle di piccola dimensione, non sarà facile disporre della liquidità necessaria per onorare tutte queste scadenze”.
Il carico fiscale che grava sulle spalle dei contribuenti italiani rimane ancora su livelli non più sopportabili. “In linea puramente teorica – conclude Paolo Zabeo – nel 2017 ogni italiano verserà mediamente 8 mila euro di imposte e tasse all’erario, somma che si alzerà fino a sfiorare i 12 mila euro se si considera anche il pagamento dei contributi previdenziali. E la serie storica indica che negli ultimi 20 anni le entrate tributarie dello Stato sono aumentate di oltre 80 punti percentuali, quasi il doppio dell’inflazione che, nello stesso periodo, è salita del 41 per cento”.