Banche: in arrivo il fondo di ristoro da 50 milioni per i risparmiatori danneggiati
A partire dall’anno prossimo i risparmiatori vittime di danni dalle banche potranno essere risarciti dal Fondo di ristoro finanziario. E’ quanto prevede l’emendamento depositato in Commissione dai relatori alla Legge di Bilancio. Il nuovo fondo avrà una dote iniziale di 25 milioni di euro all’anno per il biennio 2018-2019, per un ammontare complessivo di 50 milioni, e sarà destinato ai risparmiatori che hanno subito un danno ingiusto, per violazione degli obblighi di informazione, diligenza, correttezza e trasparenza previsti dal testo unico dell’intermediazione finanziaria, non altrimenti risarcito o indennizzato.
Ancora poco chiare la gestione e le modalità di funzionamento di questo strumento di tutela dei risparmiatori, che dovranno essere definite nei prossimi mesi dal ministero dell’Economia. “Attendiamo di capire, quali saranno i criteri per poter accedere al fondo e chiediamo più risorse, considerato che 50 milioni in due anni non bastano a compensare neanche in minima parte i miliardi persi in questi anni dai risparmiatori” ha commentato Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. Secondo alcune stime del Codacons, infatti, solo negli ultimi anni si conterebbero già 44 miliardi di euro di perdite subite dai risparmiatori italiani a causa di crisi bancarie e crac finanziari.
Non solo. Bisognerà capire anche il funzionamento e soprattutto da dove arriveranno le risorse. “Se non saranno le banche a pagare di tasca propria i 50 milioni di euro nel biennio – sottolinea Carlo Rienzi, preidente del Codacons – è evidente che sarà la collettività a farsi carico di tale spesa. E così i risparmiatori subiranno una doppia beffa, perché dopo aver perso i propri investimenti dovranno anche alimentare un fondo per coprire le malefatte delle banche”. Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, le risorse arriveranno in parte dal vecchio fondo dormiente introdotto nel 2006 da Tremonti e in parte dalla gestione speciale del fondo nazionale di garanzia, alimentato dai contributi obbligatori delle Sim e degli altri soggetti autorizzati all’intermediazione mobiliare.