Finanza Notizie Mondo Auto 2.0, La Cina verso la conversione totale ai veicoli elettrici. La battaglia (già vinta) per assicurarsi il cobalto

Auto 2.0, La Cina verso la conversione totale ai veicoli elettrici. La battaglia (già vinta) per assicurarsi il cobalto

Pubblicato 27 Novembre 2017 Aggiornato 30 Maggio 2022 12:50

 

 

 

Il mercato cinese dei veicoli elettrici è cresciuto in modo sorprendente negli ultimi cinque anni, e già nel 2015 ha superato quello statunitense. Per il 2017 si stima che la Cina produrrà 500mila New Energy Vehicles (NEV), che rappresentano il 50% delle vendite di auto elettriche nel mondo. “Il dominio cinese nel mercato delle auto elettriche è appena cominciato, e ciò non dovrebbe essere una sorpresa”, è il commento di François Perrin, Portfolio Manager di East Capital. Vediamo di capire la ragione.

 

Calendario NEV

 

Nel 2012, come spiega Perrin, la Cina ha inserito i NEV tra le “Industrie Strategiche Emergenti 2025” e ha annunciato l’obiettivo di diventare leader mondiale del settore. Nel 2015 è stato dichiarato il target di 5 milioni di NEV sulle strade entro il 2020.

Nel settembre del 2017, in linea con le posizioni di Norvegia, Francia e Regno Unito, il ministro dell’industria e dell’IT cinese ha annunciato l’intenzione porre termine in un prossimo futuro alla produzione e alla vendita di veicoli con motori a combustione interna (ICE).

Per raggiungere questi obiettivi – spiega Perrin – il governo cinese ha introdotto nel 2015 generosi sussidi e vincoli più stringenti per i produttori, oltre a politiche di supporto come, per esempio, l’installazione gratuita di punti di ricarica e restrizioni alla circolazione”. Sono anche state emesse, a marzo 2017, 15 licenze per la produzione di NEV, le uniche previste per i prossimi anni.

 

Il costo dei materiali

 

Gli interventi governativi, e in particolare gli incentivi, si stanno comunque riducendo, ed è in programma la loro rimozione entro la fine del 2020. Come spiega lo strategist di East Capital, si tratta di una manovra necessaria per spingere l’innovazione e assicurare il successo economico dell’operazione cinese sull’auto 2.0. “Per raggiungere la parità dei costi di produzione rispetto ai veicoli a combustione interna e svincolarsi dai sussidi, i costi dei NEV devono diminuire – spiega Perrin – Fondamentali saranno quindi i miglioramenti tecnologici e i ridotti costi dei materiali”.
Già negli ultimi cinque anni il costo delle celle delle batterie è sceso del 30% grazie all’aumento dei volumi e ai passi avanti della tecnologia. In particolare, le batterie che adottano le ternary technologies (ossia batterie basate su tre componenti chimiche, due delle quali – nichel e cobalto – fisse) sembrano destinate a diventare la fonte di energia ideale per i NEV.

 

L’oro dell’Africa

 

Le implicazioni industriali del passaggio alle batterie ternary, in particolare per l’approvvigionamento di materie prime, sono molto significative. “Il mercato del litio dovrebbe mantenersi stabile nei prossimi anni – dice Perrin – È invece il cobalto l’aspetto più critico, data la scarsa disponibilità e l’alta concentrazione che caratterizzano questo elemento (la Repubblica Democratica del Congo è responsabile della produzione del 62% del totale globale) e la crescita attesa della domanda di NEV pari a otto volte quella attuale entro il 2025”.
Il governo cinese ha tuttavia assicurato una fornitura di cobalto per l’industria NEV domestica per gli anni a venire grazie all’acquisizione della miniera di Tenke (RDC) da parte dell’industria di Stato China Molybdenum e la promozione delle pratiche di riciclo del cobalto. “Il 54% dell’attuale produzione di concentrato di cobalto è cinese, e questo rende la Cina asiatico già leader della parte “superiore” della catena di creazione di valore dei NEV”, dice Perrin.

 

Occasione per i portafogli

 

La chiarezza del percorso verso la tecnologia NEV e la dinamica della curva dei costi offrono un caso di investimento davvero interessante. “L’universo NEV cinese viene scambiato al momento con una crescita dei rendimenti attesa del 27%, un rapporto prezzo-utili con un multiplo pari a 22 e ROE del 15%”, dice Perrin. Che aggiunge: “Per cogliere tutte le opportunità offerte dalle ambizioni cinesi nel settore auto 2.0 è importante investire su tutta la value chain, dalle materie prime alla produzione di batterie, dalla gestione del ciclo di vita delle fonti di alimentazione allo sviluppo dei powertrain”.
Inoltre l’implementazione delle normative ambientali per i grandi inquinatori industriali indica che tutti i target per il 2020 relativi alle energie rinnovabili saranno rivisti al rialzo in futuro. “Le attuali valutazioni dei produttori di attrezzature eoliche (media dei multipli prezzo/utile stimato per il 2018 pari a 7 volte) e degli operatori del settore delle energie rinnovabili (media dei multipli prezzo/valore contabile 2018 atteso pari a 0,8 volte) offrono punti d’ingresso molto interessanti”, conclude Perrin.