Piazza Affari chiude negativa, in spolvero Leonardo e Unicredit
Giro di boa settimanale con variazioni minime per Piazza Affari che interrompe la striscia settimanale positiva. L’indice Ftse Mib ha chiuso le contrattazioni segnando una flessione minima dello 0,05% a quota 22.315 punti. Dopo i record della vigilia di Wall Street, oggi i mercati hanno rifiatato in assenza di spunti di rilievo. Indicazioni non esaltanti dal fronte macro con gli ordini di beni durevoli scesi a sorpresa nel mese di ottobre. Revisione al rialzo invece per l’indice sulla fiducia dei consumatori elaborato dall’Università del Michigan.
A Piazza Affari In prima fila Leonardo (+2,71% a 10,6 euro) che sfrutta l’upgrade a buy da parte di Natixis che indica un prezzo obiettivo a 13 euro ritenendo che il titolo abbia corretto eccessivamente dopo il lancio del profit warning. Si è mossa bene anche Telecom Italia (+1,32%).
Tra le banche coralità di segni più. Spicca Intesa Sanpaolo con un +1,59%. Molto bene anche l’altra big Unicredit (+1,09% a 16,73 euro) che è stata inserita da Goldman Sachs nella sua lista di titoli europei preferiti. La banca d’affari statunitense appressa la solidità raggiunta dall’istituto di piazza Gae Aulenti dopo la ricapitalizzazione dello scorso febbraio accompagnata dalla profonda pulizia nel comparto dei crediti deteriorati. Ritenuto ambizioso, ma credibile, il piano di riduzione dei costi. Infine il processo di consolidamento in atto nel settore dovrebbe avvantaggiare quelle banche di grandi dimensioni come Unicredit.
Oggi intanto ha preso il via l’aumento di capitale di Banca Carige. Il titolo ha vissuto una seduta abbastanza volatile chiudendo a quota 0,0113 euro (-6,61%). I soci storici dell’istituto ligure si sono impegnati fino a massimi 234 milioni di euro rispetto ai 128,47 di loro competenza pro-quota. In particolare Malacalza Investimenti ha sottoscritto un accordo per l’inoptato pari a massimi 69.495.246 euro. Nel prospetto informativo si sottolinea il rischio che in caso di adesioni inferiori a un importo complessivo di 500 milioni di euro, sia considerando l’aumento di capitale in Opzione sia considerando la Tranche Riservata di 60 mln, verrebbe meno la prospettiva della continuità aziendale.