Omicron allontana il ritorno in ufficio, Google la prima big a prolungare lo smark working
Niente ritorno in ufficio per i dipendenti Google sparsi in giro per il mondo (85 uffici in quasi 60 paesi). Il colosso internet ha anunciato che slitta a tempo indeterminato il ritorno in ufficio che era previsto per il prossimo 10 gennaio a livello globale. A dettare questa scelta sono le crescenti preoccupazioni sulla variante Omicron del Covid. La decisione di Google è infatti arrivata ieri, a stretto giro dell’annuncio dei primi casi Omicron anche negli Stati Uniti.
Nei mesi scorsi Google aveva già rinviato a inizio 2022 il ritorno in ufficio complice il picco di contagi estivi che aveva caratterizzato gli Stati Uniti. Ritorno in ufficio peri dipendenti Google che era comunque previsto in maniera ibrida, ossia circa tre giorni alla settimana, ponendo fine alla sua politica volontaria di lavoro da casa.
Google ha affermato che l’aggiornamento è in linea con la sua precedente guidance secondo cui un ritorno ai luoghi di lavoro dipenderà dalle condizioni dell’epidemia a livello locale.
Tensioni su obbligo vaccinazione in azienda
Quasi il 40% dei dipendenti statunitensi è tornato in un ufficio nelle ultime settimane, ha affermato Google, con percentuali più elevate in altre parti del mondo. Stando a quanto riportato dalla CNBC, centinaia di dipendenti hanno protestato contro il mandato di vaccinazione dell’azienda per coloro che lavorano con contratti del governo degli Stati Uniti.
Ancora nessuna decisione post-Omicron da parte di Apple, i cui dipendenti dovranno tornare in ufficio da inizio febbraio 2022. Una decisione deficinitiva sul lavoro agile è stata invece presa da Amazon che negli scorsi mesi ha cambiato policy decidendo di consentire ai propri dipendenti di continuare a lavorare da remoto a tempo indeterminato, purché possano recarsi in ufficio quando necessario.