Banca Carige a rischio risoluzione, trattative no stop per trovare accordo con banche su aumento
Appare appeso a un filo il futuro di Banca Carige che dopo le fumate nere degli ultimi giorni vede sempre più assottigliarsi le speranze che riesca a convincere le banche a sostenere l’essenziale aumento di capitale da 560 milioni di euro. Senza un accordo il rischio è che per la banca si apra la procedura di risoluzione e la necessità di un nuovo intervento statale sulla falsariga di quanto successo per Mps e le due banche venete.
Oggi intanto la Consob ha deciso di sospendere i titoli Carige fino a quanto il quadro informativo non sarà più chiaro.
I possibili scenari
In caso di mancato accordo sull’aumento di capitale, necessario per rispettare le richieste della Bce (ricapitalizzazione di almeno 500 mln entro fine 2017) si prospetta uno scenario di messa in risoluzione della banca genovese, istituto da 587 sportelli e oltre 1 milione di clienti. Si sarebbe largo in tal caso la possibilità di una successiva suddivisione in good e bad bank, come prospettati ieri dagli analisti di Banca Akros. In tal modo la banca ponte verrebbe ricapitalizzata dallo Stato, mentre nella bad bank confluirebbero tutte le sofferenze. Uno schema che quindi andrebbe a ricalcare quello delle 4 good bank, tra cui Banca Etruria, finite in risoluzione esattamente due anni fa e quello delle due banche venete finite in amministrazione coatta quest’anno per poi passare a Intesa Sanpaolo con il sostegno del Tesoro. nelle casse del fondo salva risparmio risulta ancora disponibilità per 5,8 mld, ma un nuovo intervento necessiterebbe del via libera di Bruxelles.
Malacalza disposto a salire fino al 28%
Oggi tornerà a riunirsi il top management di Carige con il ceo Paolo Fiorentino che dovrà cercare di sbrogliare la matassa e convincere le tre banche tre banche del consorzio di garanzia (Credit Suisse, Barclays e Deutsche Bank).
Malacalza Investimenti ha confermato la sua disponibilità a sostenere Banca Carige. Il principale azionista di Banca Carige ha inoltre presentato istanza all’autorità di vigilanza per essere autorizzata a incrementare la propria partecipazione in Carige fino al 28% del capitale dall’attuale 17,6%. Al momento, gli impegni sottoscritti ricevuti dalla Banca ammontano all’11,75% del capitale sociale. Secondo quanto riportato da Il Messaggero tra quota dei soci forti e altre prenotazioni si arriverebbe a circa 300 milioni con quindi il consorzio che dovrebbe garantirne 200 mln (gli altri 60 mln sono infatti riservati alla conversione di bond senior posseduti da Intesa Sanpaolo, Generali e Unipol). Il quotidiano romano ritiene che entro oggi dovrebbe arrivare l’ok delle banche alla garanzia.