Privatizzazioni: Tesoro invia lettera a CDP per cessione quote Eni-Enav. Operazione da 2,8 miliardi
Ulteriore step per la cessione delle quota del 50,37% di Enav e del 3,3% di Eni. Stando a quanto riportato da Il Sole 24 Ore, il Tesoro ha inviato una lettera alla Cassa depositi e prestiti, nei giorni scorsi, al fine di formalizzare la vendita delle partecipazioni. Vendita che, in base agli obiettivi del Mef, dovrebbe concludersi entro la fine dell’anno.
L’operazione farebbe confluire nelle casse del Tesoro 2,8 miliardi: un ammontare non lontano da quei 3,5 miliardi di introiti da privatizzazioni, pari allo 0,2% del Pil, che il governo ha posto come target per l’anno in corso nel Def 2017.
A seguito dell’operazione, al Tesoro rimarrebbe una quota dell’1% in Eni e del 3% in Enav.
Le indiscrezioni erano trapelate lo scorso 7 novembre, quando sempre Il Sole aveva scritto che il Tesoro stava valutando possibili mosse anche sulle partecipazioni in STMicroelectronis, pari al 50%, in Leonardo, pari al 30,20%, in Poste Italiane (29,26%), in Enel (23,58%).
Il piano sarebbe funzionale alla riduzione del debito pubblico, spina nel fianco dell’economia italiana, in quanto la Cassa depositi e prestiti, pur se sotto controllo pubblico, non fa parte dell’area della PA e non incide nel conteggio del debito pubblico.
A questo punto, cruciale sarà la riunione del cda di Cassa depositi e prestiti attesa per il prossimo 22 novembre: l’acquisto delle quote di Eni e di Enav sarà valutato dagli azionisti privati dell’ente, che sono fondazioni bancarie.
Il quotidiano di Confindustria segnala come l’intenzione del Tesoro di mantenere comunque alcune quote sia in Eni che in Enav corrisponde al desiderio dello Stato di continuare a essere presente in società che reputa strategiche.