Venezuela sull’orlo del fallimento, nessun accordo raggiunto tra i creditori e S&P dichiara default parziale
Venezuela sull’orlo del fallimento. L’incontro con i creditori internazionali del paese sudamericano, svoltosi ieri a Caracas per tentare di rinegoziare il debito ed evitare la bancarotta, si è concluso con un nulla di fatto, rimandando la questione a una data ancora da definire. Intanto l’agenzia Standard & Poor’s ha lanciato l’allarme dichiarando il default parziale.
Il Venezuela vuole ristrutturare, vale a dire riprogrammare i rimborsi o addirittura ridurre o annullare, il suo debito stimato a 150 miliardi di dollari, in quanto non dispone che di 9,7 miliardi di riserve e deve rimborsare almeno 1,47 miliardi entro la fine dell’anno e altri 8 miliardi nel corso del 2018. Ma i negoziati sono complessi, anche a causa delle recenti sanzioni arrivate dagli Stati Uniti, che impediscono a banche e investitori di acquistare delle nuove obbligazioni governative o di negoziare degli accordi con il governo di Nicolas Maduro. Il problema però è che il 70% dei creditori sono proprio nordamericani (Stati Uniti e Canada).
Caracas starebbe negoziando invece con Russia e Cina, i suoi due alleati a cui deve rispettivamente 8 e 28 miliardi di dollari. Un accordo sarebbe stato raggiunto con Mosca per ristrutturare 3 miliardi di debito. Nessun accordo invece è stato ancora raggiunto con un comitato specializzato dell’Isda (International Swaps and Derivatives Association) di New York, composto da 15 società finanziarie, che ha rimandato a oggi la sua decisione riguardo il pagamento di 1,16 miliardi di dollari. Una decisione negativa potrebbe innescare un default parziale con conseguenze pesanti per il Venezuela.
Una possibilità non così remota, anche stando alle agenzie di rating, che giudicano insufficienti le riserve del paese. Standard & Poor’s ha tagliato la valutazione sul debito del paese a selective default, per non essere riuscito a onorare la scadenza di 81 milioni di dollari venerdì e altri 200 milioni ieri. Un’ulteriore batosta che potrebbe aggravare la recessione che ha ridotto il Pil del Venezuela del 36% in quattro anni e ha tagliato fuori dai mercati il paese e il suo gruppo petrolifero PDVSA. Proprio il produttore petrolifero statale era stato già dichiarato in default da Fitch e Moody’s.