Italia, Fmi: progressi incoraggianti in vendite NPL, ma tagli debito e rafforzi lotta a corruzione
L’Fmi ha certificato la ripresa economica in atto in Europa e, anche, la sua preoccupazione per il rischio che si concretizzi uno scenario di Brexit turbolenta, che avrebbe conseguenze negative, a suo avviso, non solo per la crescita del Regno Unito ma anche per quella dell’Eurozona e dell’intera Unione europea, con un impatto considerato notevole. E’ quanto scrive l’istituzione di Washington nel Regional Economic Outlook sull’Europa.
Nell’analisi, vengono confermate le stime snocciolate durante le riunioni autunnali a Washington per le varie economie: nel caso specifico dell’Italia, reiterata la ripresa del Pil, nel 2017, al ritmo dell’1,5%, dell’1,1% nel 2018 e dello 0,9% nel 2019 (dunque un Pil in decelerazione).
Il rapporto debito-Pil, si ricorda, è atteso al 133% nel 2017, al 131,4% nel 2018, al 128,8% nel 2019; il deficit dovrebbe passare dal 2,2% di quest’anno, all’1,3% nel 2018 e allo 0,3% nel 2019, mentre il tasso di disoccupazione è atteso in flessione all’11,4% nel 2017, all’11% nel 2018 e al 10,6% nel 2019.
Il Fondo Monetario Internazionale ricorda che l’Italia è tra i Paesi europei che si distinguono per un debito elevato e per la presenza di scarsi margini di bilancio.
Di conseguenza, Roma dovrebbe “consolidare gradualmente” le Finanze pubbliche, sia per assicurare che il debito pubblico scenda, che per creare e dunque usufruire di spazi di manovra.
L’istituzione ritiene infatti che, in generale, le politiche di bilancio andrebbero rese “più favorevoli alla crescita e a una distribuzione equa”, basandosi sull’efficientamento della spesa e su una tassazione che sostenga maggiormente il lavoro.
Sul fronte banche italiane, il Fondo Monetario Internazionale definisce incoraggiante il recente aumento delle vendite di Npl, e fa notare che in Europa i crediti deteriorati sono diminuti anche se, ” in molti Paesi, rappresentano un freno per la redditività e l’erogazione del credito”.
Una nota positiva per l’Italia è quella in cui l’Fmi sottolinea che le grandi società di asset management preferiscono “grandi mercati degli Npl più redditizi come l’Italia” piuttosto che mercati più piccoli.
Tra le note stonate, l’Italia figura tra quei paesi per cui “la riforma giudiziaria e il controllo della corruzione sono considerate priorità”, per cui il Fondo, di conseguenza, chiede di ‘rafforzare gli sforzi anti corruzione”.
Tali paesi comprendono Bulgaria, Grecia, Ungheria, Italia per l’appunto, Romania e Ucraina.