Attacco contro Theresa May, poltrona sempre più a rischio. Mentre negoziati Ue rischiano collasso e si lavora su piano B
La strada per il concretizzarsi della Brexit si fa sempre più in salita. Mentre le trattative per il divorzio tra il Regno Unito e l’Unione europea sono chiaramente in una fase di stallo, la premier britannica Theresa May è sempre più accerchiata dai parlamentari del suo stesso partito.
Il Sunday Times riporta che il numero dei deputati “ribelli” è salito a 40 nomi, e che una lettera per sfiduciare May è stata già stilata. Da segnalare che il regolamento prevede nuove elezioni interne per la leadership del partito con 48 firme. La soglia è sempre più vicina.
May ha ricevuto nel frattempo una lettera, firmata dal ministro degli Esteri, Boris Johnson e dal responsabile dell’Ambiente, Michael Gove, con precise istruzioni su come gestire il percorso per la Brexit. Nella missiva, i due conservatori si sono lamentati del fatto che “alcune aree del governo” non stanno facendo abbastanza per preparare una Hard Brexit.
Sterlina sotto pressione, scende sotto la soglia dfi $1,31 nei confronti del dollaro, scontando anche le dichiarazioni che il responsabile Ue per le trattative sulla Brexit, Michel Barnier, ha rilasciato in un’intervista al quotidiano francese Le Journal du Dimanche.
Discutendo sulla probabilità che i negoziati collassino, Barnier ha sottolineato che uno scenario del genere “non è la mia opzione, ma è una possibilità”, invitando tutti a “tenersi pronti e ad avere un piano per affrontarla, sia gli stati membri (dell’Ue) che le aziende. Anche noi, da un punto di vista tecnico, ci stiamo preparando a (questa eventualità)”.
Sicuramente, ha sottolineato, “un fallimento dei negoziati avrebbe conseguenze su diversi fronti“.
Indiscrezioni che non lasciano molto spazio all’ottimismo anche da parte del quotidiano spagnolo El Pais, che ha riportato nella sua edizione di domenica che Bruxelles starebbe già lavorando a un piano di emergenza, attraverso un gruppo ad hoc, che al momento sarebbe segreto, in quanto la stessa ammissione di un “piano B” rischierebbe di far precipitare gli eventi e concretizzare lo scenario da evitare per entrambe le parti, ovvero il collasso delle trattative.
Ma El Pais ha scritto: “l’esecutivo Ue sta già valutando le conseguenze dello scenario peggiore: una Brexit improvvisa”.