Banche di nuovo sotto stress a Piazza Affari, Mediaset paga assenza progressi con Vivendi
Piazza Affari preda delle vendite nella prima parte della giornata con le banche in difficoltà dopo l’annucnio del maxi-aumento di capitale da 700 milioni di euro da parte di Credito Valtellinese (Creval). Il settore risulta debole anche a livello europeo con i conti di Credit Agricole che non hanno convinto il mercato. “Le notizie di Creval sicuramente non giovano al settore – commenta Vincenzo Longo, market strategist di IG – . Il contesto però non aiuta. Tutte le banche d’Europa sono in rosso con Credit Agricole che cede oltre il 4%”.
Banco Bpm e Bper i peggiori, giù anche Mps
Dopo un avvio piatto, l’indice Ftse Mib ha accelerato al ribasso e alle 11:03 cede lo 0,66% a 22.809 punti. Tra i peggiori i titoli bancari con Banco Bpm che segna un tonfo del 5,27%, -4,47% per Bper e -3,2% per Ubi Banca. Contengono le perdite invece le big Intesa Sanpaolo (-0,7%) e Unicredit (-0,36%). In affanno anche Mps (-2,94% a 4,36 euro) che ieri ha diffuso i conti ritorno all’utile nel terzo trimestre. Sulla questione Npl, soprattutto alla luce dell’addendum della Banca centrale europea, l’a.d. Marco Morelli ha rimarcato che è ancora presto capire quale sarà l’effetto dell’operatività di Mps.
Creval agisce da campanello d’allarme
Il maxi-aumento da 700 milioni di euro deciso da Credito Valtellinese acuisce i timori di una nuova ondata di ricapitalizzazioni per risolvere il nodo Npl. La presidente della vigilanza europea Daniele Nouy ha ribadito l’approccio duro sui Npl ricordando che in Italia da un lato Unicredit ha realizzato un aggressivo piano di de-risking e Intesa Sanpaolo ha superato al meglio gli stress test, dall’altro il tema crediti deteriorati deve essere affrontato in maniera più sostanziale dagli altri player.
Il Piano Industriale 2018-2020 “RUN2 – Restart Under New-Normality” di Creval prevede un aumento di capitale fino a 700 milioni con la cessione di crediti deteriorati con “GACS” fino a un massimo di 1.600 milioni di euro entro il primo semestre 2018 e altre cessioni per 500 milioni nella seconda parte dell’anno. Il piano punta su ingenti tagli dei costi con chiusure di 88 filiali e personale ridotto di 400 unità circa.
Mediaset sforna conti convincenti, ma niente progressi con Vivendi
Sul parterre di Piazza Affari spicca poi il forte calo di Mediaset (-3% a 2,96 euro) all’indomani della pubblicazione dei risultati dei primi mesi dell’anno. A deludere il mercato è l’assenza di passi in avanti nei negoziati con i francesi di Vivendi su Premium. I ricavi netti nei primi 9 mesi dell’anno sono scesi a 2.532,8 milioni di euro dai 2.563,9 milioni di un anno prima. L’ebit è invece salito a 194,7 milioni contro i 29,5 milioni dello scorso anno, meglio rispetto ai 170 mln stimati dagli analisti. Meglio del previsto anche il risultato netto che, atteso a 20 milioni, è passato da -118 a 35,9 milioni. Mediobanca Securities ha confermato il rating outperform apprezzando il lavoro del management sulla riduzione dei costi.