Lavoro: il futuro è digitale, ma aziende investono poco. Oltre il 50% dei dipendenti si aggiorna da solo
Il futuro del lavoro è digitale, ma le aziende investono ancora troppo poco costringendo i propri dipendenti ad aggiornarsi da soli, spendendo soldi e tempo libero. E’ ciò che emerge dal report “The Digital Talent Gap—Are Companies Doing Enough?” elaborato da Capgemini in collaborazione con LinkedIn.
Il gap digitale si sta ampliando
Tra le società intervistate a livello globale, una su due riconosce che il gap sulle competenze digitali si sta espandendo. Infatti, più della metà (54%) delle aziende è d’accordo sul fatto che questo divario stia ostacolando i loro programmi per la digital transformation e di aver perso il loro vantaggio competitivo proprio a causa della carenza di talenti digitali. In Italia, il 43% delle società intervistate riconosce che il gap sulle competenze digitali sta aumentando e afferma che questo divario impedendo o rallentando l’evoluzione.
Sebbene il divario in termini di competenze digitali si fa più ampio, i budget per la formazione digitale sono rimasti invariati o hanno addirittura subito un calo in oltre la metà (52%) delle aziende. Il 50% degli intervistati afferma inoltre che il gap digitale è uno dei temi più discussi ma che, allo stesso tempo, non vengono intraprese delle azioni per colmarlo.
Dipendenti investono risorse proprie per rimanere competitivi
Molti degli attuali dipendenti sono preoccupati dal fatto che le proprie competenze siano ormai superate o che lo stiano per diventare. Complessivamente, il 29% dei lavoratori ritiene che siano già superate o che lo diventeranno entro due anni, mentre per oltre un terzo di loro questo succederà tra 4-5 anni. In Italia Il 55% dei lavoratori sta investendo sia denaro che tempo libero propri per acquisire competenze digitali. Il 25% dei dipendenti italiani ritiene che le proprie competenze siano già superate o che lo diventeranno entro due anni, mentre per il 48% di loro questo succederà tra 4-5 anni.
Da un punto di vista di settore, dal report si evince che il 48% dei lavoratori del comparto automobilistico pensano che le loro competenze diventeranno superflue nei prossimi 4-5 anni, seguiti da quelli dei settori bancario (44%), delle utility (42%), delle telecomunicazioni e assicurativo (entrambi al 39%).
Inoltre, i dipendenti credono che i programmi di formazione messi in atto dalle aziende non siano molto efficaci. Infatti oltre la metà degli attuali talenti in ambito digitale afferma che questi programmi non sono utili o che spesso non gli viene concesso il tempo necessario per potervi partecipare.
Le preoccupazioni in merito alle skill digitali che divengono superflue e la mancanza di fiducia nei confronti degli sforzi messi in atto dal datore di lavoro per incrementare queste competenze potrebbero creare delle divergenze. Più della metà dei dipendenti con competenze digitali (55%) afferma di essere disposto a trasferirsi in un’altra azienda nel caso in cui dovesse avvertire che le proprie capacità digitali siano in una fase di stallo presso l’attuale datore di lavoro.