La Russia annuncia il criptorublo. Ma per gli analisti le criptomonete sono già in “bolla”
La Russia è pronta a lanciare il criptorublo. A differenza della moneta virtuale più nota, il Bitcoin, il criptorublo non potrà essere prodotto da chiunque, ma sarà emesso direttamente ed esclusivamente dal governo federale russo, pur basandosi sul blockchain, il database pubblico, criptato e privo di una Banca centrale.
Il mercato delle valute virtuali fa quindi gola alla Federazione russa, che potrebbe essere la prima nazione al mondo a lanciare una propria criptomoneta. “Lanceremo presto una criptovaluta per un semplice motivo: se non lo faremo noi, tra due mesi lo faranno i nostri vicini del’EuroAsEc”, ha detto due giorni fa il ministro delle Comunicazioni, Nicolaj Nikifirov, spiegando che Cina e India sono già pronte a lanciare le loro monete virtuali.
Il mercato delle valute virtuali fa quindi gola alla Federazione russa, che potrebbe essere la prima nazione al mondo a lanciare una propria criptomoneta. “Lanceremo presto una criptovaluta per un semplice motivo: se non lo faremo noi, tra due mesi lo faranno i nostri vicini del’EuroAsEc”, ha detto due giorni fa il ministro delle Comunicazioni, Nicolaj Nikifirov, spiegando che Cina e India sono già pronte a lanciare le loro monete virtuali.
Effetto bolla?
Dal 2008 in poi, la popolarità delle criptovalute è aumentata, superando la soglia dei mille esemplari, con un valore aggregato maggiore della capitalizzazione di mercato di IBM. Ad ogni modo molti analisti hanno fondati dubbi sul fatto che le criptovalute possano effettivamente diventare delle valute largamente utilizzate.
Come spiega Peter Stephens, Head of Blockchain and UK Innovation di Ubs, le imprese e le persone fisiche devono pagare le ricevute fiscali tramite la valuta emessa dal Governo e la fornitura potenzialmente limitata di criptomonete crea pesanti barriere all’adozione diffusa delle stesse. “Riteniamo che il forte incremento che hanno subito le valutazioni delle criptovalute negli ultimi mesi sia una bolla speculativa”, dice Stephens.
Fenomeno blockchain
Se da un lato ci sono dubbi sul fatto che le criptovalute diventeranno effttivamente un metodo di scambio diffuso, dall’altro il blockchain, ovvero la tecnologia che ne è alla base, probabilmente avrà un significativo impatto sulle società, dal settore finanziario a quello manifatturiero, dall’healthcare alle utility. “Stimiamo che entro il 2027 il blockchain possa far incrementare il valore economico annuo globale di circa 300-400 miliardi di dollari”, dice Stephens.
Secondo lo strategist gli investimenti in blockchain sono simili a quelli effettuati a metà degli anni 90 nel settore internet. “Nei prossimi dieci anni – dice Stephens – il blockchain potrebbe portare a tecnologie che rivoluzioneranno il settore in maniera significativa”.
Secondo lo strategist gli investimenti in blockchain sono simili a quelli effettuati a metà degli anni 90 nel settore internet. “Nei prossimi dieci anni – dice Stephens – il blockchain potrebbe portare a tecnologie che rivoluzioneranno il settore in maniera significativa”.
Abilitatori e utilizzatori
Per il momento però sussistono ancora limiti tecnologici e quindi non è chiaro quali applicazioni specifiche saranno le più utili e redditizie, oltre agli attuali limiti sui ricavi e sulla redditività effettiva associati al settore. Nonostante queste sfide, coloro che investono nella tecnologia blockchain per avere opportunità nel lungo periodo possono iniziare a posizionarsi in due ampi gruppi: “Gli abilitatori di tecnologia (technology enabler) – in ambito software, semiconduttori e piattaforme – e i primi utilizzatori di successo (early & successful adopter) – in ambito finanziario, manifatturiero, healthcare, utility e della sharing economy”, conclude Stephens.