Alitalia: il piano in stile austerity della tedesca Lufthansa: 500 milioni e dimezzare il personale
Oggi, lunedì 16 ottobre, scade il termine per la presentazione delle offerte vincolanti per l’acquisizione di Alitalia.
Lufthansa, per bocca del suo numero uno, aveva già manifestato un interesse per il vettore – sebbene, aveva precisato, per una ‘nuova Alitalia’ , ma ora emergono ulteriori indiscrezioni sulle vere intenzioni dei tedeschi.
Le indiscrezioni vengono riportate dal Corriere della Sera e parlano di una offerta di 500 milioni di euro, per la sola parte aviation, ovvero flotta, piloti, assistenti di volo e slot. Dunque, Lufthansa – era chiaro da giorni – vuole una parte della compagnia aerea, non la sua totalità.
Ma l’offerta di Lufthansa sembra avere tutte le caratteristiche di un piano lacrime e sangue, se si considera che i tedeschi vorrebbero dimezzare il personale, tagliando ben 6.000 dipendenti. Una posizione che il governo non sarebbe affatto disposto a tollerare, a pochi mesi tra l’altro dall’appuntamento delle elezioni politiche in Italia.
E allora? Le fonti spiegano al ‘Corriere della Sera’ che il governo sarebbe orientato a respingere l’ipotesi tedesca a dopo il voto, previsto per marzo, ritenendo i “sacrifici occupazionali intollerabili” e che l’obiettivo sarebbe quello di negoziare sulla riduzione dei dipendenti in cambio di un ingresso di fondi come
Così scrive Il Corriere, nel far riferimento alle fonti:
“Alitalia, così com’è, per noi non è interessante né da un punto di vista strategico né finanziario”, ragionano ai piani alti di Lufthansa. Il personale di terra, per esempio, presenta numeri troppo elevati. E del resto con la concorrenza negli aeroporti l’handling si trasforma nella parte più sacrificabile. E questo comporta un’incognita sul futuro di circa seimila dipendenti su quasi 12 mila, tanti erano al 28 febbraio quelli dell’ex compagnia di bandiera”
Nei colloqui con il Corriere della Sera avvenuti diverse volte nel corso di quest’anno, l’AD Carsten Spohr si sarebbe così espresso:
“L’Italia è il nostro secondo mercato più importante dopo gli Stati Uniti, e come la Germania ha un sistema decentralizzato del traffico aereo”. Ma, ha avvertito il CEO, “Alitalia deve essere un’altra cosa rispetto a oggi e con Roma stiamo cercando di capire se ci sia margine per pensare a una compagnia nuova e più snella”.
Ma, in un contesto in cui l’Italia si prepara tra l’altro alle elezioni politiche del 2018, cosa avrebbe intenzione di fare il governo? Rimandare la questione a dopo il voto?
Il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, ha affermato in un’intervista rilasciata a Rai Tre che l’accordo per la vendita sarà precedente al periodo elettorale, ma, ha aggiunto, “il problema è che dal momento in cui si fa l’accordo al momento in cui il cespite passa in mano all’acquirente ci vogliono molti mesi. Sarà il periodo di un nuovo governo. Noi abbiamo preferito dotare adesso il capitale per fare quel percorso. Le offerte arriveranno domani (oggi per chi legge) poi andranno negoziate e discusse”.