Unicredit-Commerz: Orcel era pronto all’azione, ma guerra ha stoppato scenario di M&A
UniCredit aveva nuovamente messo nel mirino la tedesca Commerzbank prima che lo scoppio del conflitto in Ucraina bloccasse sul nascere ogni tipo di ragionamento. A rivelarlo è oggi il Financial Times. Stando alla ricostruzione del quotidiano economico-finanziario britannico, all’inizio dell’anno l’amministratore delegato di UniCredit, Andrea Orcel, aveva pianificato discussioni informali con il suo omologo di Commerzbank, Manfred Knof, su una potenziale combinazione della controllata tedesca HypoVereinsbank con la seconda banca tedesca. Sia Orcel che Knot sono alla guida dei rispettivi istituti da poco più di un anno.
Commerzbank conta 785 miliardi di euro di attività, 1.000 filiali e circa 48.000 dipendenti. Un eventuale accordo avrebbe dato il via al tanto chiacchierato consolidamento transfrontaliero del settore bancario europeo. Le autorità di regolamentazione dell’UE hanno esortato le banche a prendere in considerazione la possibilità di M&A per sfruttare le economie di scala, ma le grandi banche non si sono ancora mosse lamentando che i requisiti patrimoniali dell’UE e i diversi regimi normativi rendono le fusioni troppo punitive.
Amore mai sbocciato, il precedente del 2019
UniCredit aveva esplorato l’opzione Commerz già nel 2019 come alternativa al legame successivamente tramontato di Commerzbank con Deutsche Bank.
Le voci di un avvicinamento tra Unicredit e Commerz non sono quindi nuove e a fine 2021 il settimanale tedesco Spiegel aveva sollecitato proprio Orcel sul questo possibile merger. Il banchiere si era limitato a dire che Unicredit avrebbe valutato in futuro le opzioni di M&A.
come sottolinea l’articolo del Financial Times la loro combinazione implicherebbe poche sovrapposizioni regionali anche in Germania. HypoVereinsbank, acquisita da Unicredit nel 2005, risulta più redditizia della sua omologhe tedesca, ha una forte presenza in Baviera e nell’area di Amburgo, mentre Commerzbank è presente in tutta la Germania.
L’invasione dell’Ucraina ha però stoppato tutto, complice l’emergere della necessità per la banca di piazza Gae Aulenti di gestire la sua esposizione in Russia. Dallo scoppio del conflitto UniCredit ha perso più di un terzo del proprio valore di mercato e Commerzbank è scesa del 26%.
Unicredit ad oggi sta valutando l’uscita dalla Russia e ha rivelato che rischia di perdere 5,3 miliardi di euro sul business nel peggiore dei casi.
Commerz è una delle tre grandi banche europee (le altre sono Deutsche Bank e Barclays) che hanno visto l’uscita dal capitale da parte di investitori statunitensi come Capital Group negli ultimi tre mesi. Il gestore di fondi statunitense risultava essere anche il maggiore azionista di UniCredit, ma la scorsa settimana ha tagliato la sua partecipazione dal 6,8% a meno del 4%.