Commerzbank e UniCredit, voci di fusione. Ma Berlino preferirebbe i francesi di BNP Paribas
Prima, i rumor esclusivi su una operazione di M&A con cui la banca italiana UniCredit vorrebbe rilevare la seconda banca tedesca Commerzbank, nel cui capitale la Germania detiene una quota del 15%, dopo il salvataggio avvenuto ai tempi della crisi finanziaria globale.
Poi, le altre indiscrezioni, riportate dal settimanale tedesco WirtschaftsWoche, secondo cui la Germania preferirebbe piuttosto una fusione tra Commerzbank e la francese BNP Paribas.
Fonti vicine al dossier parlano delle preferenze di Berlino e di discussioni che si sarebbero tenute al ministero delle Finanze.
Già Reuters, nel rendere noto che UniCredit aveva contattato il governo Merkel, aveva affermato che altri gruppi avevano manifestato un interesse per Commerzbank.
In ogni caso, l’esecutivo tedesco – che molto probabilmente, a seguito delle elezioni federali del prossimo 24 settembre – sarà guidato ancora dall’attuale premier Angela Merkel, incontrerà i vertici dell’istituto solo a novembre.
Nessun commento è arrivato da BNP Paribas e da Commerzbank. Interpellato in merito all’interesse di UniCredit per Commerzbank, un portavoce del ministero delle Finanze tedesco ha risposto che, di norma, “i funzionari sono contattati dagli investitori finanziari su diverse questioni”. Precisando: “Abbiamo sempre detto che il governo non vuole mantenere per sempre la partecipazione in Commerzbank e desidera perseguire un buon risultato a favore dei contribuenti”.
Bocche cucite dunque in Germania, almeno per ora, nei giorni concitati della campagna elettorale.
Sta di fatto che la preferenza della Germania verso i francesi fa tornare alla ribalta altri casi in cui le ambizioni dell’Italia vengono gelate. Una delle ultime è quella che vede protagonista Atlantia, che rischia di farsi soffiare l’affare Abertis dalla spagnola ACS di proprietà del numero uno del Real Madrid, Florentino Perez. Tutto questo, con l’approvazione del premier Mariano Rajoy che avrebbe detto addirittura, secondo indiscrezioni in merito a un presunto incontro con i vertici di ACS, che “Abertis non può cadere in mani straniere, soprattutto in quelle italiane”.
Sullo sfondo, alcuni analisti non approverebbero la fusione tra UniCredit e Commerzbank.
Tuttavia gli analisti non promuovono l’operazione, tanto che per Banca Akros una “fusione transfrontaliera” sarebbe addirittura una inversione a U per la strategia della banca, che ora è concentrata sia sul de-risking del bilancio che sul miglioramento della redditività.
Banca Akros ha comunicato oggi di aver lasciato invariato il target price sul titolo UniCredit, a 18,8 euro, ma di aver tagliato il rating da “buy” a “neutral”, dopo la performance del titolo, che negli ultimi sei mesi è stata migliore di quella del mercato.
Gli analisti di Equita, invece, hanno scritto che “le probabilità che in un orizzonte temporale di breve/medio termine, 2 anni, si giunga a una business combination con Commerzbank sono molto basse”, ricordando l’impegno di Mustier a rendere esecutivo il piano industriale al 2019 su base stand-alone. Tra l’altro, in occasione di “un recente incontro, il management ci è sembrato scettico sulle prospettive industriali di business combination cross border al di fuori dell’orizzonte del piano, visto il limitato spazio per sinergie da costo”.
Ancora, Equita ha scritto, nel manifestare il suo scetticismo su una fusione tra UniCredit, che “il consolidamento cross-border in Europa è di difficile attuazione, anche in chiave politica, in mancanza di uno schema comunitario di tutela dei depositi’.