Fed pronta ad alzare i tassi e a ridurre QE. Dot plot confermato, ma tagliate stime 2019
A dispetto del “mistero” dell’inflazione, così come l’ha definito la stessa Janet Yellen, la Federal Reserve è intenzionata ad alzare i tassi di interesse un’altra volta entro la fine dell’anno. E’ quanto ha comunicato la Banca centrale Usa, precisando di intravedere ancora per la fine del 2017 tassi all’1,4%, rispetto al range attuale, compreso tra l’1% e l’1,25%.
La Fed ha reiterato anche l’outlook dei tassi per il 2018, al 2,1% e ha reso noto che l’operazione di riduzione di bilancio, sostanzialmente di ritirata dal QE, inizierà a ottobre in modo graduale: a essere smobilizzati saranno asset – quelli acquistati con le varie operazioni di Quantitative easing avviate per risollevare i mercati e i fondamentali dell’economia Usa – per un valore di $10 miliardi al mese.
Occhio al dot plot, ovvero alle previsioni sui tassi di interesse della stessa Fed, che suggerisce tuttora un rialzo dei tassi di interesse a dicembre e altri tre nel 2018.
Tuttavia, la Banca centrale Usa ha ridotto la stima mediana dei tassi di interesse del 2019 al 2,7% dal precedente 2,9% atteso, precisando che in un arco temporale più lungo il target sarà del 2,8% e non più del 3% come stimato in precedenza.
Intanto i mercati allineano le loro aspettative a quelle della Fed, con i futures sui fed funds FFF8 che scommettono ora con una probabilità del 65% su una stretta monetaria entro dicembre, in rialzo rispetto alla probabilità del 50% precedente il meeting della Fed.
Focus anche sulla reazione dei Treasuries, con i tassi a due anni che sono balzati all’1,451%, al record dal novembre del 2008. I tassi decennali sono saliti al 2,278%, testando il massimo in sei settimane al 2,289%. Le novità emerse dal fronte Fed hanno appiattito la curva dei rendimenti, con il differenziale tra rendimenti dei Treasuries a due anni e quelli dei trentennali che si è ridotto.
Sul mercato del forex, gli acquisti sui Treasuries hanno aumentato l’appetibilità del dollaro. Di conseguenza, l’euro è sceso anche sotto la soglia di $1,19, dopo aver oscillato al di sopra della soglia $1,20 prima dell’annuncio della Fed. Il dollaro è balzato sullo yen fino a JPY 112,595 yen, al record in due mesi, rispetto ai precedenti JPY 111,30.