Premio Nobel Shiller: Wall Street come nel pre-crash 1929. Ecco perchè non crolla
Wall Street è in zona pericolo e presenta similitudini inquietanti con il periodo appena precedente il crash del 1929. A fare il paragone è il Premio Nobel dell’Economia Robert Shiller, ora professore presso la Yale University. A suo avviso, così come allora, le valutazioni sono estremamente elevate. E tuttavia, è lui stesso a non prevedere un crash epico come quello rimasto nella storia dei mercati finanziari.
“Il mercato presenta valori elevati all’incirca come nel 1929 – dice, nel corso di un’intervista rilasciata alla Cnbc – Nel 1929, dal massimo testato al fondo, il mercato ha perso l’80%. E il valore non era neanche tanto più alto rispetto a quello di oggi in termini di CAPE (ovvero il rapporto prezzo/utili aggiustato su base ciclica)”.
Ma c’è un fattore che sta impedendo a Wall Street di capitolare come quasi 90 anni fa: è la psicologia di mercato.
“Non sono solo i bassi tassi di interesse, è qualcosa che riguarda l’atmosfera americana. E’ in parte un’atmosfera generata da Trump. Non so spiegare esattamente il motivo, ma forse (il sentiment) ha a che fare con la prospettiva dei tagli alle tasse. Allo stesso tempo non penso che si tratti solo di questo. E’ qualcosa di più profondo, che sta spingendo i mercati americani al rialzo”.
Tra l’altro, la situazione a suo parere non è neanche così tanto fuori controllo visto che – fa notare – diversamente dal 1929 non ci sono tanti investitori che si indebitano per acquistare azioni, e la regolamentazione è inoltre più stringente.
Detto questo, il premio Nobel precisa:
“Non voglio incoraggiare la gente a puntare troppo su un mercato che è il più costoso del mondo. Gli Usa hanno infatti il ratio CAPE più alto di 26 paesi. Siamo il numero uno”.