Thyssenkrupp e Tata Steel creeranno colosso acciaio n° 2 in Europa, a rischio 4000 posti lavoro
Daranno vita al colosso dell’acciaio numero due in Europa: sono Thyssenkrupp e Tata Steel, che hanno firmato un memorandum di intesa per realizzare la fusione delle loro attività europee in una joint venture 50-50, che prenderà il nome di Thyssenkrupp Tata Steel. La fusione è stata pensata anche per far fronte al problema dell’eccesso di capacità che affligge l’industria.
La transazione, che sarà finalizzata all’inizio dell’anno prossimo e che richiede l’approvazione dell’Unione europea, si tradurrà probabilmente in una perdita di 4.000 posti, su una nuova forza lavoro combinata di 48.000 unità circa. Con sinergie attese a un valore, su base annua, compreso tra 400 e 600 milioni di euro, la joint venture avrà una dimensione che si avvicinerà a quella del produttore di acciaio numero uno in Europa, ArcelorMittal.
L’alleanza permetterà ai due colossi Thyssenkrupp (tedesco) e Tata Steel (indiano) di risparmiare in aree che includono l’utilizzo di capacità, le vendite e l’amministrazione, la divisione di ricerca e sviluppo.
Immediata la reazione di Thyssenkrupp in Borsa: il titolo è balzato fino a +5,3%, segnando il rialzo più forte dallo scorso febbraio, per poi ridurre i guadagni ma salire comunque del 3% circa. Dimessa la reazione di Tata Steel, salita dello 0,9% a Mumbai.
I due colossi hanno reso noto che la joint venture riporterà un fatturato pro-forma, su base annua, di 15 miliardi di euro circa, a fronte di consegne di 21 milioni di tonnellate di prodotti di acciaio piatto. La nuova società avrà sede in Olanda.
Così ha commentato la notizia Guido Kerkhoff, direttore finanziario del colosso tedesco:
“Abbiamo detto sempre chiaramente di credere al consolidamento come alla soluzione migliore per l’acciaio. Ora stiamo facendo un altro passo in questo percorso per fonderci in una entità ancora più grande: Thyssenkrupp Tata Steel“.
Sullo sfondo, il problema dell’eccesso di offerta a livello globale che pesa sull’industria dell’acciaio, provocato dalle esportazioni cinesi e da una capacità eccessiva in tutto il mondo.
I prezzi di riferimento dell’acciaio in Europa si attestano a un valore pari alla metà circa di quello del 2008, stando a quanto riporta Metal Bulletin.