Tensioni geopolitiche spaventano gli investitori più del rischio tassi
Il delicato quadro geopolitico, con l’escalation di tensioni internazionali con la Corea del Nord, è ben presente tra gli investitori che lo reputano il maggior fattore di preoccupazione davanti a rallentamento economico mondiale e aumento dei tassi di interesse. Guardando solo all’Italia le tensioni geopolitiche sono invece al secondo posto dietro al rischio tassi.
Dall’ultima indagine globale RiskMonitor di AllianzGI – che approfondisce le scelte degli investitori circa gestione del rischio, costruzione del portafoglio e asset allocation – emerge che tra gli investitori globali intervistati, il 44% ha dichiarato che i fattori geopolitici rappresentano un serio rischio per la performance degli investimenti, più rilevante rispetto al rallentamento economico mondiale (41%) e all’aumento dei tassi di interesse (32%).
“L’incertezza politica, e in particolare le continue tensioni in Corea del Nord – inaspritesi ulteriormente dopo la conclusione dello studio – incidono sulle decisioni di investimento – commenta Neil Dwane, Global Strategist di AllianzGI: – . I mercati finanziari non hanno mai operato sotto una campana di vetro, ma in questo momento le tensioni geopolitiche sembrano avere un impatto maggiore sul comportamento degli investitori globali rispetto a qualsiasi fase precedente nella storia”.
Preoccupazione anche per difficoltà Usa con Trump
“Se si aggiunge che il 31% degli investitori considera la politica statunitense una fonte di preoccupazione per gli investimenti – aggiunge Neil Dwane – appare chiaro che i fattori politici esercitano crescenti pressioni sui mercati. Di fronte al dilemma rischio-rendimento, gli investitori tendono quindi a focalizzarsi sulla gestione del rischio e a ridurre le aspettative di rendimento, nonostante la recente corsa al rialzo dei mercati azionari”.
Investitori Italia temono sviluppi politici area euro
Guardando al panorama italiano, gli eventi che per i prossimi 12 mesi preoccupano maggiormente gli investitori italiani sono gli sviluppi politici nell’Area Euro (48% dei rispondenti), le tensioni geopolitiche come lo scenario in Corea e il conflitto in Siria (44%), il possibile aumento dei tassi di interesse (40%), il rallentamento dell’economia globale (36%) e possibili “bolle” nelle valutazioni di asset class (24%).
Focus su gestione attiva
In linea con le risultanze globali, il sondaggio tra gli investitori italiani indica la rilevanza strategica della gestione attiva, che per il 68% dei rispondenti italiani giocherà un ruolo fondamentale nell’attuale contesto. Rispetto allo scenario globale, gli investitori italiani mostrano una più ridotta presenza nel segmento degli investimenti alternativi, dove è già oggi presente solo il 56% dei rispondenti domenica, rispetto al 70% dei fondi internazionali. Si registra tuttavia l’intenzione da parte degli investitori italiani ad aumentare nei prossimi 12 mesi l’asset allocation verso strategie e asset class alternative, in particolare verso infrastrutture (sia debito, 67%, che equity, 60%), debito (60%) ed equity (57%) del segmento private corporate e strategie macro.
In relazione alle strategie per la gestione del rischio, gli investitori domestici attualmente si affidano a soluzioni di duration management (64% dei rispondenti), diversificazione tra le asset class (60%), risk budgeting, gestione dinamica del rischio e diversificazione geografica (indicate dal 52% dei partecipanti).
Guardando prospetticamente, gli investitori italiani – 64% rispetto al 59% globale – riconoscono che gli eventi degli ultimi 12 mesi hanno determinato all’interno delle proprie strutture una maggiore attenzione alla gestione del rischio e che gli obiettivi di rendimento sono stati abbassati, risposta indicata dal 44% degli italiani rispetto al 51% dei rispondenti globali.