Affondo di Confindustria su Bonus giovani: serve decontribuzione totale per tre anni
Pressing delle imprese sul governo per uno sforzo maggiore sul fronte Bonus giovani. La richiesta di Confindustria è di una piena decontribuzione rispetto a quella al 50% a cui sta attualmente ragionando il governo. Solo in questo modo, a detta di viale dell’Astronomia, si potranno raggiungere obiettivi importanti con nuovi posti di lavoro per i giovani al ritmo di 300 mila l’anno nel prossimo triennio.
Imprese spingono per decontribuzione totale per tre anni
Relativamente alle misure che il governo si appresta a varare per incentivare l’assunzione dei giovani, Confindustria ritienen che per ottenere il forte impatto desiderato occorrerà investire risorse sufficienti a garantire la piena decontribuzione fiscale per i primi tre anni, ovviamente con i limiti che saranno utili a evitare usi strumentali e distorti.
“Solo in presenza di scelte mirate e selettive – rimarca Confindustria in una nota – sarà infatti possibile aprire le porte delle imprese a 900mila giovani nel triennio affrontando con coraggio e determinazione quello che possiamo considerare il principale problema del Paese”.
L’ipotesi base sul tavolo del governo
Al momento invece l’ipotesi principale è di una decontribuzione del 50% per le assunzioni a tempo indeterminato dei giovani under 29. Lo sconto contributivo potrebbe prevedere un tetto di 3.250 euro con il dimezzamento dei contributi che i primi anni andrebbe a costare allo Stato circa un miliardo per poi lievitare a 2-2,5 mld a regime. Tra i paletti per le imprese ci dovrebbe essere quello di non dover licenziare nei 6 mesi precedenti l’assunzione incentivata e non licenziare nei sei mesi successivi.
Il governo punta a 300 mila assunzioni nel 2018 grazie a tali misure.
Favorevole a una decontribuzione totale anche da parte di Francesco Boccia, deputato Pd e presidente della commissione Bilancio alla Camera, che caldeggia uno sforzo maggiore con misure per 25 miliardi, flessibilità inclusa, nella prossima legge di bilancio. Boccia punta sulla decontribuzione piena, poiché ritiene che l’unica misura che ha funzionato in questa legislatura è quella integrale del 2015 varata dal governo Renzi per oltre 8mila euro l’anno di decontribuzione a lavoratore.