Sisma Centro Italia: ferita ancora aperta, nei tre comuni più colpiti Pil medio per abitante dimezzato
E’ passato un anno dal sisma che ha scosso il Centro Italia il 24 agosto 2016, ma la ferita è ancora aperta. Secondo le stime di Confesercenti, nei tre comuni più straziati dalla catastrofe, vale a dire Amatrice, Accumuli e Arquata del Tronto, il Prodotto interno lordo (Pil) medio pro-capite si è quasi dimezzato (-47%), passando da 13.900 euro a circa 7.700, per una riduzione di 6.200 euro per abitante.
Se si estende l’analisi dai tre comuni alla totalità dell’area colpita dal sisma, la perdita stimata di Pil è ancora grave, pur se meno eclatante (-15%). Qui l’economia, prima del 24 agosto 2016, era particolarmente dipendente dalla spesa turistica (anche e soprattutto per le seconde case), che attivava una parte rilevante della produzione degli altri comparti. Centinaia di imprese sono ancora ferme e l’impatto negativo evidenziato si propagherà probabilmente per un tempo di almeno 3-5 anni.
“La perdita di Pil, per quanto inevitabile dopo le distruzioni portate dal sisma e il conseguente stop delle imprese, è assai preoccupante”, commenta Confesercenti. Riduzioni di questa portata inducono a evidenziare il possibile rischio di entrata in povertà per oltre 2.000 famiglie dell’area colpita e legate al turismo, la metà delle quali provenienti dai tre comuni di Accumuli, Amatrice e Arquata del Tronto.
“Dobbiamo tenere alta l’attenzione sul territorio, facendo il possibile per accelerare l’opera di ricostruzione ed aiutare le famiglie che stanno ancora affrontando le conseguenze del terremoto – ha detto Patrizia De Luise, presidente Confesercenti – Per farlo è indispensabile mettere gli imprenditori in condizioni di ripristinare completamente le proprie attività, da cui dipende gran parte del futuro economico e occupazionale della zona”. Per questa ragione, Confesercenti ha attivato un piano di finanziamento a interessi zero per aiutare le Pmi danneggiate. Il finanziamento è ancora aperto.