A Wall Street non si fermano i sell, dopo tonfo vigilia futures Dow Jones -400, Nasdaq -1%
Wall Street destinata a una nuova seduta all’insegna dei sell off, dopo i capitomboli della vigilia. Ieri il Dow Jones Industrial Average ha chiuso al livello minimo dal marzo del 2021, affondando di 1.164,52 punti, o -3,57%, a 31.490,07.
Lo S&P 500 ha sofferto un tonfo del 4,04% a 4.923,68, mentre il Nasdaq Composite è precipitato del 4,73% a 11,418.15. Per il Dow Jones si è trattato del crollo più forte dal giugno del 2020; stessa cosa per lo S&P 500.
Alle 13 circa ora italiana, i futures sul Dow Jones scendono fino a -400 punti (1,09%) a 31.114; i futures sullo S&P 500 arretrano dell’1,06% a 3.882, mentre quelli sul Nasdaq scivolano dell’1,08% a 11.806.
“Il trend conferma la narrativa secondo cui…siamo diretti in modo significativo ancora più verso il basso prima di trovare il fondo”, ha detto Scott Minerd, CIO – responsabile investimenti globali – di Guggenheim Partners.
In un’intervista rilasciata a Marketwatch, Minerd ha presentato uno scenario da incubo, che si concretizzerebbe questa estate, e che porterebbe il Nasdaq Composite Index a capitolare a un valore inferiore di ben -75% rispetto al record testato lo scorso 19 novembre del 2021 (al momento, in fase di orso, l’indice è scambiato a un valore inferiore rispetto a quel picco del 28%).
L’indice S&P 500, che ora è in calo del 18% dal precedente massimo del gennaio 2022 scorso, capitolerebbe invece del 45% rispetto a quel record.
Il calvario della borsa Usa, insomma, almeno per Scott Minerd, sarebbe solo all’inizio, destinato a peggiorare e seguendo una dinamica “molto simile a quella del collasso della bolla Internet”, dunque a quella dello scoppio della bolla speculativa sui titoli tecnologici che si verificò nel 1999 e all’inizio del 2000.
Non tutti sono così pessimisti: gli analisti di Deutsche Bank hanno annunciato di ritenere che l’indice S&P 500 scenderà fino a quota 3.650, soffrendo un calo del 24% a causa del rallentamento dell’economia. Tuttavia, secondo gli analisti della banca numero uno in Germania, il mercato del lavoro Usa non sarà particolarmente intaccato dalla crisi, rimanendo solido.
Di conseguenza, a loro avviso, l’indice S&P 500 segnerà poi una ripresa che lo riporterà verso 4.700 / 4.800 alla fine dell’anno dagli attuali 3.923.
Ma in Usa sarà recessione o no? Anche ui le vedute sono diverse.
Nelle ultime ore gli analisti di JPMorgan hanno annunciato di aver rivisto al ribasso le stime sulla crescita del Pil Usa relative al secondo semestre del 2022 e al 2023. La divisione di ricerca economica del colosso bancario americano prevede ora un’espansione del Pil, nel secondo semestre del 2022, pari a +2,4%, rispetto al +3% precedentemente atteso.
Per il primo semestre del 2023 le stime sono state tagliate dal +2,1% al +1,5% e per la seconda metà dell’anno prossimo dal +1,4% al +1%.
Nella nota si legge che JP Morgan prevede praticamente un soft landing per l’economia Usa, ovvero un rallentamento della crescita che dovrebbe far salire gradualmente la disoccupazione nel 2023 e tradursi in una diminuzione della crescita dei salari. (facendo scendere così l’inflazione).
Ma sono tanti altri gli economisti che paventano invece una recessione.
Tra i titoli si mette in evidenza Tesla, che in premercato arretra più del 2% dopo la notizia che ha provocato l’ira del fondatore e ceo Elon Musk (tra l’altro in polemica con i vertici di Twitter, la piattaforma di microblogging su cui ha presentato una offerta di acquisizione da $44 miliardi.
Tesla è stata tagliata fuori dall’indice S&P 500 ESG Index a causa di problemi di varia natura, tra cui le denunce di discriminazione razziale e gli incidenti legati ai suoi veicoli con pilota automatico.
Lo S&P 500 Esg Index è un paniere di azioni che replica l’indice principale di Wall Street rigurdo ai settori industriali, ma selezionando le società più in linea con i criteri ambientali, sociali e di governance (Esg) generalmente riconosciuti sul mercato.
Non si è fatta attendere la risposta di Musk, che ha risposto con duri tweet, tra cui quello secondo cui “l’ESG è una truffa”. Tesla viaggia ai nuovi minimi del 2022 (-41% YTD).