Banco BPM e il blitz dei francesi di Credit Agricole su Anima con i fondi Amundi. Cosa c’è in ballo?
Banco BPM, titolo protagonista positivo di Piazza Affari, sulla scia dell’operazione Amundi su Anima, in una giornata in cui il Ftse Mib accusa il peggioramento del sentiment a Wall Street – a causa in particolare del profit warning lanciato da Snap.
Le attenzioni degli operatori si focalizzano sui titoli interessti dopo le ultime manovre lanciate dai francesi di Credit Agricole che, agli inizi di aprile, a sorpresa, hanno rilevato quasi il 9,2% della banca guidata da Giuseppe Castagna, diventandone maggiori azionisti.
Da allora le diverse speculazioni sul futuro del Banco, già esplose con il caso UniCredit, poi accantonato per ragioni, secondo le fonti, di guerra, ma anche per il diffondersi troppo veloce dei rumor, si sono ulteriormente rafforzate.Di Piazza Meda si è parlato sempre di più come di preda sfuggita a Unicredit che fa gola ai francesi.
Il blitz emerso nelle ultime ore da parte di Credit Agricole ha rimesso al centro l’interesse della Banque Verte sul Banco BPM.
Dalle comunicazioni della Consob relative alle partecipazioni rilevanti, è emerso infatti ieri che Amundi Asset Management detiene una partecipazione pari al 5,161% in Anima Holding: lo si è saputo proprio qualche ora dopo le dichiarazioni del ceo di Credit Agricole Italia, Giampiero Maioli che, parlando a margine di un evento del Corriere della Sera a Palazzo Mezzanotte, si era così espresso:
“No, nessuna questione che ci riguardi su Anima, noi in questo momento siamo esclusivamente concentrati sulla bancassurance”, ha detto l’ ad a chi gli chiedeva un’eventuale interesse per l’attività del risparmio gestito di Banco Bpm.
Sul Banco, Maioli sottolineava il significato della partecipazione acquisita: “Abbiamo fatto un investimento in capitale sia per tutelare la partnership che abbiamo già con Agos sia per vedere se c’è la possibilità di svilupparne altre. C’è un processo in corso sulla bancassurance. Noi siamo ovviamente interessati e ci siamo manifestati e quindi vedremo le scelte che farà Banco Bpm, se andrà verso un accordo esterno o se riporteranno all’interno. Questo ancora non lo sappiamo”.
Dopo qualche ora è arrivato il documento della Consob, da cui è emerso che Amundi Asset Management detiene una partecipazione pari al 5,161% in Anima Holding. Che significa?
Vale la pena ricordare, come spiega oggi Equita in una nota dedicata sia a Banco BPM che a Anima Holding, che Banco BPM è il principale azionista di Anima con una partecipazione del 20,6% ed è il principale partner strategico di Anima, con un contratto di distribuzione fino al 2037 (che prevede protezioni significative per Anima), con asset gestiti di circa 45 miliardi e una penetrazione sul totale dei fondi della clientela della banca del 69% circa. Dall’altro lato Credit Agricole è l’azionista di controllo di Amundi (market cap €10,5 miliardi, P/E 2022E 9x) con una partecipazione del 69,8%. In passato erano emersi sulla stampa rumors di un possibile interesse di Amundi per Anima”.
Oggi un articolo di MF-Milano finanza ha chiaramente parlato di “una nuova zampata di Credit Agricole nella finanza italiana”.
Da segnalare che l’operazione di Amundi su Anima è datata 17 maggio, e che gli acquisti della quota sono stati effettuati dai fondi di Amundi.
Così Equita commenta e riassume le novità delle ultime ore e i movimenti dei francesi:
“Ieri, poche ore prima della comunicazione Consob, Giampiero Maioli, ceo di Credit Agricole Italia, ha sottolineato come, in questo momento, sono esclusivamente concentrati sul business bancassurance di Banco BPM, escludendo un interesse per Anima. Ricordiamo che lo scorso 7 aprile Credit Agricole ha annunciato di aver acquisito una partecipazione pari al 9,18% del capitale di Banco BPM”.
Secondo Equita “l’appeal speculativo su Anima rimane vivo, e che a questi prezzi (P/E adj. 2022E 9x e 10x ex performance fee) il profilo rischio- rendimento sia attraente per giocarsi le opzionalità M&A”.
Riguardo alle dichiarazioni di Maioli, la SIM milanese ha fatto notare che l’ad di Credit Agricole, pur giustificando “l’ingresso nel capitale di Banco BPM con una quota del 9,18% per ‘tutelare la partnership con Agos (di cui Banco BPM detiene il 39%) e per sviluppare il business bancassurance”, non ha fornito “tuttavia indicazioni in relazione al processo di valutazione avviato dal management di Banco BPM per considerare scenari alternativi rispetto all’internalizzazione delle JV assicurative. Ricordiamo infatti che BAMI – h concluso Equita – dopo aver già annunciato l’esercizio della call option sull’81% del capitale di Bipiemme Vita, potrà procedere con l’esercizio della call sul 65% della JV Vera con Cattolica nei primi sei mesi del 2023 (ed eventualmente posticipabile dalla Banca di sei mesi in sei mesi per tre volte sino a fine 2024)” .