Stati Uniti, l’inflazione inizia a pesare: impatto moderato, ma recessione lontana
Le preoccupazioni economiche che hanno circondato l’Europa e la Cina negli ultimi mesi, si apprestano ora a raggiungere anche gli Stati Uniti. La scorsa settimana, i risultati delle principali aziende statunitensi del settore dei consumi (come Target, Walmart e Kohl) indicano che i consumatori risultano danneggiati dall’inflazione. Ad analizzare il tema è un report di Algebris.
I numeri mostrano un’ingente perdita di fatturato e un allontanamento dagli articoli a più alta marginalità, suggerendo una certa difficoltà delle aziende a trasferire i costi più elevati sui consumatori. Allo stesso modo, i principali indicatori economici in diversi stati degli Stati Uniti hanno iniziato a peggiorare in modo significativo.
L’economia statunitense ha registrato la più grande contrazione della crescita media dell’ultimo mese, con previsioni di consenso passate dal 3% al 2,7% per il 2022 nell’ultima settimana. L’inflazione elevata sta iniziando ad intaccare i redditi reali, anche se la crescita salariale è leggermente aumentata. Una decelerazione dell’inflazione verso livelli più vicini al 5% dovrebbe, quindi, attenuare l’impatto sui consumatori. Anche la ricchezza netta dei consumatori rimane piuttosto elevata rispetto al precedente rallentamento.
Nel complesso, Algebris evidenzia che l’inflazione imperversante sta causando una decelerazione pur ritenendo che l’impatto sui bilanci dei consumatori sarà moderato nei prossimi dodici mesi e che gli Stati Uniti rimarranno lontani dai livelli di recessione. È probabile che la Fed continui a guardare al recente deterioramento dei dati e mantenga saldamente la propria attenzione sull’inflazione.