Recovery Fund e vittoria agli europei: con guerra Ucraina e inflazione finiti i tempi d’oro per Italia
Altro che 2021, anno di gloria per l’Italia, sia in termini di crescita del Pil che di incredibili successi mondiali in ambito di sport, con la memorabile storica vittoria degli azzurri della Nazionale di Mancini agli Europei di calcio, a Wembley, tra l’altro contro i padroni di casa.
L’Italia è stata incoronata campione di Europa, battendo l’Inghilterra ai rigori.
E’ seguita la carrellata di medaglie d’oro incassate dagli italiani alle Olimpiadi di Tokyo, che ha battuto i record precedenti: ben 40 medaglie, contro le 36 di Los Angeles 1932 e Roma 1960.
La lista delle vittorie incassate dall’Italia in ambito sportivo è decisamente lunga: memorabile anche quella che ha visto protagonista Matteo Berrettini, che ha conquistato l’ATP 500, diventando, per la prima volta in 144 anni (134 edizioni) il primo tennista italiano ad arrivare alla finale del torneo di Wimbledon (poi persa contro Novak Djokovic).
Un 2021 da sogno per lo sport del made in Italy, ma anche per l’economia italiana, che si è risollevata dal tonfo del Pil accusato nel 2022 a causa della pandemia Covid-9, con una crescita del 6,6% e un deficit e un Pil anche in discesa.
E sopratutto, che è riuscita ad assicurarsi la fetta più grande degli aiuti europei anti-pandemia del Recovery Plan- Next Generation EU.
Come si legge nel piano PNRR sfornato dal governo di Mario Draghi , stilato per illustrare come il paese intende gestire i fondi di Next generation Eu, “l’Italia è la prima beneficiaria, in valore assoluto, dei due principali strumenti del NGEU: il Dispositivo per la Ripresa e Resilienza (RRF) e il Pacchetto di Assistenza alla Ripresa per la Coesione e i Territori d’Europa (REACT-EU). Il solo RRF garantisce risorse per 191,5 miliardi di euro, da impiegare nel periodo 2021- 2026, delle quali 68,9 miliardi sono sovvenzioni a fondo perduto”.
Insomma, l’anno nuovo 2022 era partito sotto i migliori aupisci: tutti i pianeti sembravano allineati affinché l’Italia, sotto la guida di Mario Draghi, continuasse a utilizzare quei fondi europei per imboccare un sentiero finalmente virtuoso di crescita sostenibile e di riforme, sulla scia, anche, della ripresa dell’economia globale, ormai ripartita con i reopening post lockdown da Covid.
E invece, le cose non sono andate così perchè, a fronte di una inflazione che stava già scoppiettando sotto gli occhi dei sonnecchianti banchieri centrali, il 24 febbraio, con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia di Vladimir Putin, è esploso il conflitto russo-ucraino.
Il quotidiano britannico ha affondato ulteriormente il dito nella piaga, laddove ha ricordato la disfatta degli azzurri di Mancini, che non sono riusciti ad aggiudicarsi la qualificazione ai Mondiali di calcio di quest’anno, con lo scioccante KO contro la Macedonia (anche se ora si parla della possibilità di un ripescaggio).
Sport a parte, il Financial Times descrive in un articolo odierno il modo in cui la situazione, in Italia, si sia di colpo ribaltata anche da un punto di vista economico: colpa di un’economia fortemente dipendente dalla Russia sia in ambito commerciale che di approviggionamento delle fonti di energia, gas russo in primis.
L’FT cita le dichiarazioni di Lorenzo Codogno, ex direttore generale del Tesoro italiano che, affrontando la questione dell’esposizione delle economie verso la Russia, ha ricordato che “alcuni paesi sono più esposti degli altri”. E che, “considerando i paesi principali, l’Italia è esposta quanto la Germania, e probabilmente anche di più, ai costi energetici elevati”.
Codogno ha parlato anche di uno shock per i consumatori, avvertendo che l’intero paese sta diventando più povero.
L’inflazione da guerra sta facendo sentire infatti tutti i suoi effetti sui conti delle imprese e sulle tasche dei consumatori (e che dire della loro fiducia?).
E’ stata riportata a tal proposito la testimonianza di Salvatore Gondola, proprietario di una pasticceria, che ha detto che “oggi è davvero dura, molto dura” e che è addirittura come con il Covid. “E’ come durante il Covid. L’unica differenza è che, stavolta, siamo senza mascherina”.
Gondola, che gestisce il locale con suo fratello, suo cognato e suo nipote, ha ammesso che l’attività sta facendo fatica a generare ricavi tali da riuscire a sostenere quattro famiglie.
D’altronde, il costo delle bollette è balzato da una media di €1.200 a €1.600; soltanto il costo dei vassoi di carta, a causa del boom delle pressioni inflazionistiche, è raddoppiato, e le vendite da gennaio sono scivolate del 30%: di conseguenza, Gondola non ha avuto altra scelta che aumentare i prezzi: quelli del caffé sono saliti da 80 centesimi a €1,20, mentre quelli di una torta alla frutta da 1kg sono passati da €13 a €15 euro.
E con l’inflazione divora-crescita i riflettori sono tornati a puntare sul debito pubblico dell’Italia, come dimostr il trend dei tassi sui BTP e dello spread BTP-Bund, e in un contesto in cui la Bce, come ha confermato oggi stesso la stessa numero uno Christine Lagarde, è pronta ormai a spogliarsi dei suoi abiti dovish. Della serie, addio stampella per i titoli di stato italiani.
D’altronde, senza la generosità della Bce, a fronte di un’inflazione galoppante e del dietrofront dell’economia mondiale zavorrata dagli effetti della guerra tra Russia e Italia e a fronte, anche, di bollette della luce e del gas in crescita, quali grandi motivi avrebbero gli italiani per darsi allo shopping?
“Se il Pil rallenterà in modo notevole, la dinamica non sarà certo piacevole – ha commentato all’FT Lucrezia Reichlin, docente di economia presso la London Business School , che ha sottolineato come sul mercato ci sia ormai maggiore pessimismo e che ora “una possibile recessione nel 2022 è qualcosa che molte persone prevedono”.
Da segnalare che nell’area euro l’inflazione viaggia al 7,4%, secondo gli ultimi dati, più che in Italia, dove il dato rimane comunque molto elevato . M per l’appunto, l’Italia è molto esposta all’economia di Vladimir Putin, molto più rispetto a quanto lo siano esposti altri paesi europei. Non per niente la Commissione europea di recente ha rivisto ampiamente al ribasso le stime di crescita sul Pil italiano. E di tanto arrivano anche nuovi distinguo sulle banche italiane.