Tim, Vito Gamberale: ‘una delle più grandi imprese italiane profanate, squartata da veri boia’
Intervistato da Il Corriere della Sera sul caso TIM – all’indomani dell’annuncio da parte del gruppo di tlc dell’Opa lanciata dal fondo americano Kkr – Vito Gamberale, tra gli “storici manager di Telecom Italia negli anni novanta e in seguito al vertice di Autostrade e fondatore di F2i”, sottolinea che “in nessun paese europeo esiste un’industria o un settore strategico che abbia vissuto le peripezie e le stranezze societarie del gruppo Telecom”. Aggiungendo che “il verbo profanare suona appropriato perché rimanda all’immagine di chi entra nel tempio non essendo adatto o fa ingresso con modalità non idonee”.
Il quotidiano ricorda come il manager non abbia fatto mai mistero di considerare TIM “una delle più profanate grandi imprese italiane”.
L’accusa contro i governi italiani che si sono succeduti nel tempo è lampante.
Per oltre 20 anni, ricorda Gamberale, questi governi “non hanno «mai esercitato un doveroso ruolo di osservatore e, se necessario, di censore» del dossier Telecom. Tanto che la recente vicenda di Autostrade e la scelta di «nazionalizzare» nuovamente la società titolare delle concessioni sulla rete stradale, spinge l’ex amministratore delegato di Telecom e di Autostrade a suggerire la direzione. «Non dovrebbero servire le tragedie per assumere decisioni sulle grandi aziende italiane, non devono accadere fatti traumatici come avvenuto in Autostrade per stabilire di occuparsene». Tanto più alla luce di una privatizzazione che, nel caso di Telecom, ha mostrato il fianco fin da subito. «Il peccato originale è che Telecom è stata privatizzata in maniera anomala rispetto, per esempio, a Eni e Enel. Queste ultime sono state operazioni di successo, con lo Stato in posizione di minoranza, a garanzia di continuità nella dirigenza interna e nei vertici aziendali che si sono avvicendati nel tempo. Nel caso di Telecom — ricorda Gamberale — scattò un meccanismo di allontanamento dei cosiddetti ‘boiardi’, ma la verità è che così facendo si è aperta la strada ai veri boia che sono arrivati dopo e che l’hanno letteralmente squartata».
Ieri, a seguito della convocazione del cda straordinario, il gruppo TIM ha confermato i rumor inizialmente riportati dal Corriere della Sera sulla manifestazione di interesse del fondo americano Kkr.
Nella nota di Telecom Italia si legge che “il prezzo indicato da KKR nella Manifestazione d’Interesse, da pagare interamente per cassa – da considerarsi allo stato, oltre che non vincolante, anche meramente indicativo – sarebbe pari a Euro 0,505 per azione ordinaria o risparmio”.
La proposta del fondo americano Kkr sull’intero gruppo TIM di un’Opa da 0,505 euro per azioni (prezzo al momento solo indicativo) valuta la società 11 miliardi di euro circa (10,8 miliardi di euro).
Bloomberg calcola che l’offerta è a premio del 46% rispetto al valore a cui il titolo Telecom Italia ha chiuso venerdì scorso, e superiore al massimo in 52 settimane di 47 centesimi circa, raggiunto dall’azione nel mese di marzo.
Riferendosi all’azzeramento di diversi dirigenti, tecnici e ingegneri avvenuto in Telecom Italia nel corso degli anni, Vito Gamberale ha sottolineato che «Telecom, se vogliamo, è stata l’antesignana dell’uno vale uno, caro al Movimento 5 Stelle prima maniera, intendo dire che gli incompetenti valevano quanto i competenti, così questi ultimi sono stati mandati via e sostituiti da persone che non avevano competenza alcuna».