Azionario: Citigroup preferisce Cina a Wall Street. Rating tagliato sull’equity Usa
azq1 Meglio puntare sull’azionario made in China che su Wall Street: parola degli strategist di Citigroup, che hanno tagliato il rating sulla borsa Usa a “neutral”, motivando la decisione con il rischio recessione negli Stati Uniti.
Il mercato, hanno scritto gli strategist di Citi tra cui Dirk Willer, sta mostrando che “la bolla si sta sgonfiando” e, “visto che ci vorrà del tempo affinché la Fed reagisca velocemente di fronte alla debolezza dell’azionario e della crescita, portiamo il nostro overweight di lunga data sull’equity Usa a zero“, hanno scritto gli esperti in una nota che porta la data di oggi, 27 maggio.
Gli strategist di Citigroup si sono uniti così a quelli di BlackRock e Morgan Stanley nel mettere in evidenza i rischi che l’economia americana corre, nel mentre la Fed di Jerome Powell si affanna nella lotta lanciata contro l’inflazione.
Nello scontare il boom delle pressioni inflazionistiche e in generale il peggioramento dell’outlook dell’economia per gli effetti della guerra tra Russia e Ucraina, lo S&P 500 Index è scivolato del 15% quest’anno, anche se nelle ultime sessioni il tentativo di ripresa è riuscito, tanto che l’indice si appresta a concludere la settimana in territorio positivo per la prima volta dagli inizi di aprile, con un guadagno del 4%, rispetto al +4,4% su base settimanale del Dow Jones e il +3,4% del Nasdaq Composite.
Detto questo, gli indici sono ben lontani dai loro massimi, con il Nasdaq Composite saldamente in mercato orso e lo S&P 500 che è scivolato lievemente anch’esso nel bear market, anche se per poco tempo, la settimana scorsa.
Il Nasdaq è ora in calo del 27,6% dal suo record precedente, mentre lo S&P 500 e il Dow sono rispettivamente lontani dai record assoluti del 15,8% e dell’11,7%.
Nelle ultime ore il sentiment è stato risollevato da un mix di fattori, tra cui il dietrofront del dollaro, commenti meno hawkish arrivati dalla Fed, e alcune buone notizie dal fronte corporate (anche se, a tal proposito, vale la pena citare i tonfi record post trimestrali di società come Snap (titolo fino a -40% dopo profit warning) e Abercrombie & Fitch.
Tornando all’outlook di Citigroup, gli analisti del colosso bancario americano rimangono inoltre underweight sulle obbligazioni Usa, mentre rivedono al rialazo il rating sui Treasuries Usa, da underweight a neutral: a loro avviso, spiegano da New York, i titoli di stato Usa possono essere considerati, infatti, un buon hedge per proteggersi dagli asset più rischiosi.
La banca ha reiterato contestualmente la view ottimistica sulle azioni e sui titoli di stato della Cina, a dispetto di chi prevede un forte rallentamento dell’economia per effetto dei lockdown che il governo di Pechino ha imposto su diverse città per arginare l’ondata di Covid più forte dal 2020, in linea con la politica zero Covid.
Citi ha confermato di voler rimanere esposta sugli asset cinesi, in quanto la Cina è l’unico mercato, tra quelli principali, “in cui le autorità stanno lanciando misure in qualche modo a sostegno dell’economia, anche se in via marginale”. (di fatto la People’s Bank of China, banca centrale della Cina, ha di recente tagliato i tassi per la prima volta dal 2019)
Sono tra l’altro sono sempre di più i colossi di Wall Street che stanno diventando positivi sulle borse cinesi proprio sulla scia della fiducia nelle azioni di supporto delle autorità.
Per esempio gli analisti di JP Morgan Chase hanno rivisto al rialzo il rialzo l’outlook sull’azionario cinese dopo aver, due mesi prima appena, definito le azioni “non investibili”. E la beffa è stata che il giudizio è stato pubblicato anche per errore, tanto da far nascere un vero e proprio caso, da cui di certo la reputazione della banca di Jamie Dimon non è uscita bene.