News Finanza Personale Casa Bollette luce e gas, come difendersi dalle truffe

Bollette luce e gas, come difendersi dalle truffe

9 Maggio 2019 10:07

Riuscire a risparmiare sulle bollette di luce e gas, cercando l’offerta migliore sul mercato senza cadere in false promesse o addirittura in truffe. E’ possibile, basta stare attenti e prendere alcune opportune precauzioni per proteggersi. Ecco un vademecum sviluppato da Facile.it per riconoscere i pericoli e mettersi al riparo:

1 – Il primo contatto è importante

Il primo elemento da considerare è come avviene il primo contatto con l’azienda. Una possibile frode legata alle bollette di luce e gas può infatti cominciare in modi e attraverso canali molto diversi, come un messaggio di posta elettronica che, in risposta ad esso o dopo aver cliccato su un link, chiede di inserire dati personali, oppure con una chiamata telefonica o addirittura presentandosi alla porta di casa. Ricordarsi sempre che chi si interfaccia deve qualificarsi in modo tale che si possa possa verificarne l’identità e l’effettiva appartenenza all’azienda. Soprattutto se qualcuno dovesse suonare il campanello senza un appuntamento e chiedendo del denaro come una qualche forma di anticipo, metterli fuori dalla porta.

2- La fretta è una cattiva consigliera

Non farsi mai prendere dalla fretta. Spesso infatti, i truffatori battono sul tasto della convenienza o di un’offerta in scadenza per carpire l’attenzione del cliente e spingerlo a firmare il contratto. Qualunque proposta venga fatta, pretendere abbia la forma scritta di un contratto che possa essere analizzato con calma. Verificate, magari attraverso gli sportelli di aiuto dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA), tanto la correttezza delle informazioni offerte, quanto, ad esempio, che la società proponente sia effettivamente una di quelle autorizzate ad operare e regolarmente riconosciuta dall’autorità.

3- Occhio ai codici

Non dare il proprio codice alfanumerico di fornitura in maniera leggera, ma proteggerlo da possibili truffatori. Senza quel codice infatti nessuno può procedere ad un cambio di operatore e, quindi, è proprio la prima informazione che i malintenzionati cercano di carpire all’ignaro cliente. Di cosa si tratta? In cima alla bolletta è presente un codice alfanumerico, sempre lo stesso anche se nel corso del tempo si è cambiato fornitore. Questo codice, che si chiama POD per l’energia elettrica e PDR per il gas, identifica in modo univoco la fornitura e, in qualche maniera, è la chiave segreta che protegge lo scrigno dell’utenza. Quindi, se qualcuno si presenta come rappresentante dell’azienda che è già vostra fornitrice di energia, non ha senso dargli il codice POD o PDR perché quel codice deve già conoscerlo.

4- Attenzione a quello che dite…e alle voci della bolletta

Il contratto di utenza è valido solo e soltanto se esiste una doppia conferma da parte vostra. Conferma che l’azienda è obbligata a chiedere e che si può rilasciare sia in forma scritta sia tramite registrazione audio. Attenzione, quindi, a non rispondere mai a una chiamata da un call center con monosillabi o frasi troppo semplici, (Sì, No, Lo confermo) perché queste parole potrebbero essere registrate e “rimontate” ad hoc per simulare una approvazione al cambio di fornitore. Allo stesso modo, quando si riceve la bolletta, non limitarsi a guardare l’importo da pagare, ma osservare con attenzione anche le voci che concorrono al totale. Se appaiono diciture come “cessazione contratto” o altre sospettose contattare subito il fornitore e, se il caso, sia l’autorità Garante della concorrenza sia l’ARERA.

5 – Si può sempre rimediare

Se si è già caduti nella trappola, non perdersi d’animo perché ci sono diversi modi per uscirne. Se si ha modo di dimostrare che la firma sul contratto non è la propria o è stata estorta con l’inganno, si può disconoscere il contratto inviando formale reclamo. In questo caso non solo si ha il diritto di non pagare la bolletta, ma si può anche sporgere denuncia all’Autorità Garante pretendendo, inoltre, di tornare immediatamente nelle fila del precedente fornitore. Nel caso in cui invece si abbia cambiato idea, ci si può avvalere del cosiddetto “diritto di ripensamento”, recedendo dal contratto senza alcuna penale o obbligo di dare motivazione della scelta. Purché avvenga nei tempi definiti: massimo 14 giorni che si contano dalla firma dell’accettazione della proposta se si tratta di una vendita a domicilio o dall’invio della conferma scritta o della registrazione della conferma vocale con ricezione dei codici di accesso al sito del venditore se la vendita è avvenuta tramite telefono.