Lavoro, boom annunci Ict: ma gli specialisti scarseggiano, servono più laureati
La notizia positiva è che nel mondo dell’Information and Communications Technology (Ict) il lavoro c’è. Sono 64mila le offerte di lavoro pubblicate in Rete nel 2017, numero più che raddoppiato negli ultimi 4 anni, con una crescita del 7% rispetto al 2016. E le prospettive per il triennio 2018-2020 sono improntate all’ottimismo: fino a 88mila nuovi posti di lavoro specializzati in Ict. Quella negativa è che le aziende italiane che mostrano un’accelerazione verso la digitalizzazione globale (soprattutto nel cloud computing, nei big data e nella cyber security) faticano a trovare le competenze tecnologiche necessarie a supportare il cambiamento e a formare profili. È quanto emerge dall’ultima edizione dell’Osservatorio delle Competenze Digitali, condotto dalle maggiori Associazioni Ict in Italia (Aica, Anitec-Assinform, Assintel e Assinter Italia) con il supporto di Cfmt, Confcommercio, Confindustria e il patrocinio di Miur e Agid, concentrando l’analisi sulle professioni e i ruoli dell’Ict.
Con un aumento del 19%, sono gli sviluppatori a posizionarsi in cima alla classifica delle professioni più ricercate, seguiti dai consulenti Ict, richiesti in un annuncio su 6. Aumenta in maniera progressiva anche la quota dei nuovi ruoli connaturati alla trasformazione digitale, come il service development manager, il big data specialist e il cyber security officer. E a livello geografico il Nord Ovest e Lombardia sono in testa con il 48% delle posizioni aperte.
Il gap tra domanda e offerta di specialisti Ict conferma che “occorre agire al più presto se si vogliono cogliere tutte le potenzialità del nuovo mercato del lavoro digitale”. Le previsioni dell’osservatorio, disegnate su uno scenario più conservativo e uno più espansivo, evidenziano per il 2018 un fabbisogno di laureati per le aziende che oscilla fra i 12.800 e i 20.500, mentre l’università dovrebbe laurearne poco più di 8.500: un divario che arriva al 58%. Opposta la situazione per i diplomati: il fabbisogno oscillerà fra i 7.900 e i 12.600, con un surplus che oscillerà fra i 3.400 e gli 8.100 (27%). I laureati Ict crescono, ma a un ritmo ‘troppo lento’: nel 2017 toccano le 7.700 unità, in lievissima crescita rispetto al 2016, ma sono calati gli specialisti in Informatica e Ingegneria Informatica pari a 4.460.
Per cercare di colmare il disallineamento tra domanda e offerta di competenze e professioni Ict, la ricetta proposta dall’Osservatorio è un “sistema di politiche per la formazione e il lavoro delle nuove professioni Ict articolato in 4 ambiti strategici”: Tra le proposte delle associazioni coinvolte nella realizzazione del report: l’aumento di laureati e di esperti informatici con competenze avanzate; il rinnovamento e la qualità dei percorsi di studio Ict; rafforzamento di aggiornamento permanente e riconversione professionale; e la proposta di nuovi modelli di interazione domanda-offerta nel mercato del lavoro per le professioni Ict.