Precariato: nel 2017 è boom di contratti a chiamata (+120%), in calo quelli a tempo indeterminato
Aumentano le assunzioni, ma solo quelle a tempo determinato, confermando la precarietà del mercato del lavoro odierno in Italia.
Secondo i dati diffusi dall’Inps, nel corso del 2017 si è intensificato il turnover dei posti di lavoro grazie soprattutto alla forte crescita delle assunzioni, in aumento del 18,8% contro il +17% delle cessazioni. Una notizia positiva per il mercato del lavoro, le cui dinamiche appaiono in miglioramento. Tuttavia, guardando da vicino i dati, emerge con prepotenza l’altrettanta crescita del precariato. All’aumento delle assunzioni il maggior contributo è stato dato dai contratti a tempo determinato (+27,3%) e dall’apprendistato (+21,7%). Sono invece diminuite le assunzioni a tempo indeterminato (-7,8%).
Tra le assunzioni a tempo determinato appare significativo l’incremento dei contratti di somministrazione (+21,5%) e ancora di più quello dei contratti di lavoro a chiamata che, con riferimento sempre all’arco temporale gennaio-dicembre, sono passati da 199.000 (2016) a 438.000 (2017), con un boom del 120%. Questo significativo aumento, secondo l’Inps, può essere posto in relazione alla necessità per le imprese di ricorrere a strumenti contrattuali sostitutivi dei voucher, cancellati dal legislatore a partire dalla metà dello scorso mese di marzo e sostituiti, da luglio e solo per le imprese con meno di 6 dipendenti, dai nuovi contratti di prestazione occasionale.