Pensioni: piano del governo alle battute finali, 7 misure per un costo di 300 milioni
Sulle pensioni il governo sta mettendo a punto un pacchetto di 7 misure per un costo complessivo di 300 milioni di euro. Tra le proposte avanzate lo stop dell’aumento a 67 anni dell’età per 15 categorie di lavori gravosi già individuate a partire dal 2019. Fermo invece il “pilastro” della riforma, vale a dire il meccanismo che lega l’età pensionabile all’aspettativa di vita, anche se si sarebbe pensato a un nuovo meccanismo di calcolo per uno scatto più soft dal 2021. L’automatismo non può essere messo in discussione perché avrebbe un “doppio costo”, ha detto il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, uno sui conti pubblici e un altro sui mercati finanziari internazionali.
Le sette misure proposte dal governo sulle pensioni riguardano:
-l’esenzione dell’adeguamento all’aspettativa di vita per 15 categorie di lavori gravosi;
-una commissione che studi la gravosità delle occupazioni e che valuti la classificazione tra previdenza e assistenza ai fini di una migliore separazione;
-la revisione del meccanismo di calcolo dell’aspettativa di vita sulla base della media e non delle differenze di picco;
-un sostegno alla previdenza integrativa dei lavoratori pubblici;
-un miglioramento del Fis (fondo integrazione salariale);
-il riutilizzo delle risorse dell’Ape social per il 2018;
-il riutilizzo delle risorse per i precoci per il 2018.
Il pacchetto è stato presentato ai sindacati Cgil, Cisl e Uil, che si sono espressi in maniera non unanime. Un nuovo riesame è stato programmato per sabato mattina, alle 10, a Palazzo Chigi, per una verifica finale.