News Finanza Indici e quotazioni Wall Street riparte con i sell: Dow Jones -400 punti, Nasdaq -1%. Morgan Stanley: ‘difficile ribaltare contesto Fire and Ice’

Wall Street riparte con i sell: Dow Jones -400 punti, Nasdaq -1%. Morgan Stanley: ‘difficile ribaltare contesto Fire and Ice’

31 Maggio 2022 15:54

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La borsa Usa riapre oggi dopo il lungo week end di pausa: ieri Wall Street è rimasta chiusa in occasione della festività nazionale del Memorial Day negli Stati Uniti. Il sentiment è negativo, condizionato dal dato relativo all’inflazione dell’area euro, che ha registrato a maggio una ulteriore fiammata.

Torna sui mercati il chiodo fisso dell’inflazione: il Dow Jones scende di oltre -400 punti (-1,24%),lo S&P 500 perde l’1,07% e il Nasdaq è in ribasso dell’1,02%.

La borsa Usa riapre oggi dopo il lungo week end di pausa: ieri Wall Street è rimasta chiusa in occasione della festività nazionale del Memorial Day negli Stati Uniti.

Così Mike Wilson di Morgan Stanley commenta le sfide con cui l’economia mondiale è alle prese: “Sarà difficile ribaltare il contesto di ‘Fire and Ice’. La view del consensus ormai è quella di una inflazione più alta e di una crescita più lenta. E non è detto che ciò sia stato scontato a pieno dai mercati. Più i prezzi delle azioni saliranno, più hawkish diventerà la Fed”.

Dal fronte macroeconomico, diffuso l’indice composite dei prezzi delle case delle 20 principali aree metropolitane degli Stati Uniti, stilato da S&P Case Shiller, relativo al mese di marzo. Il dato è balzato del 21,2% su base annua. Su base mensile il trend è stato pari a un aumento del 3,1%.

Dal Mortgage News Daily è emerso che il tasso fisso sui mutui a 30 anni, in media, è salito dal 3,29% di inizio gennaio al 4,67% di fine marzo.

Il Dow Jones e lo S&P 500 ripartono dopo aver chiuso venerdì scorso la settimana migliore dal novembre del 2020.

Il Dow Jones ha guadagnato su base settimanale il 6,2%, interrompendo una scia negativa che durava da otto settimane. Lo S&P 500 è salito del 6,5% e il Nasdaq ha guadagnato il 6,8%.

Il sentiment degli investitori è stato sostenuto sia dalle trimestrali solide di alcuni retailer Usa che dalla pubblicazione del parametro che monitora l’inflazione preferito dalla Fed, ovvero della componente core del PCE, relativa al mese di aprile:

l’indice è salito su base annua del 4,9%, in linea con le previsioni e in rallentamento rispetto al +5,2% di marzo. Su base mensile, il rialzo è stato dello 0,3%, anche in questo caso in linea con le stime e dopo il +0,9% del mese precedente. L’inflazione headline è salita su base annua del 6,3%, meno del +6,6% del mese scorso. Su base mensile, il dato ha riportato una crescita dello 0,2%, inferiore rispetto al +0,9% di marzo.

I numeri sull’inflazione, contenuti nel rapporto relativo al trend delle spese per consumi e dei redditi personali di aprile, hanno portato gli investitori a sperare nella possibilità che la fiammata continua dei prezzi, negli Stati Uniti, abbia testato il picco, e che dunque la Fed di Jerome Powell possa essere meno aggressiva nell’alzare i tassi.

L’inflazione sta spaventando invece molto in queste ore l’area euro: diramato oggi l’indice dei prezzi al consumo, schizzato a maggio al nuovo ritmo record, su base annua, pari a +8,1%. Il balzo è stato decisamente superiore alla crescita attesa dal consensus, pari a +7,7%, e ha seguito il +7,4% del mese precedente. La componente core è salita del 3,8%, oltre il +3,5% stimato e il +3,5% di aprile.

Il rischio è che la Bce di Christine Lagarde alzi i tassi in modo ancora più aggressivo di quanto scontato dai mercati. Per ora, i mercati monetari prezzano rialzi dei tassi da parte della Bce di 110 punti base entro la fine dell’anno, con una probabilità pari al 30% di una stretta aggiuntiva di 25 punti base, oltre a quella prezzata al 100% nel mese di luglio.

In solido rialzo le quotazioni del petrolio Usa, dopo la notizia grande protagonista di oggi, ovvero l’intesa raggiunta nella notte tra i leader Ue del Consiglio europeo a favore dell’embargo sul petrolio russo. Secondo quanto riferito dal presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, l’embargo colpisce subito “più di 2/3 delle importazioni di petrolio dalla Russia, tagliando un’enorme fonte di finanziamento per la sua macchina da guerra”.

Su Twitter Michel ha scritto che “le sanzioni colpiranno immediatamente il 75% delle importazioni di petrolio russo. E, entro la fine dell’anno, sarà vietato il 90% del petrolio russo importato dalla Russia”.

Il restante “10%, che riguarda la sezione Sud dell’oleodotto Druzhba, è esente dalle sanzioni”, ha precisato la stessa numero uno della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Non solo: Budapest, Praga e Bratislava hanno ottenuto per iscritto che, nel caso in cui il Cremlino decidesse di chiudere l’oleodotto Druzhba, i rispettivi paesi riceveranno aiuti dall’Ue. Il compromesso con l’Ungheria di Viktor Orban è stato così necessario: e così si è deciso che il petrolio russo che arriva in Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia sarà esente dall’embargo.

Intanto i prezzi del WTI che scattano al rialzo del 3,2% circa a $118,72, e il Brent avanza dell’1,82% a $123,89.

Tra i titoli protagonisti della seduta a Wall Street Unilever, che balza di quasi +7%, dopo che il colosso dei prodotti al consumo ha nominato consigliere l’investitore attivista Nelson Peltz. La sua società Trian Fund Management detiene una quota dell’1,5% in Unilever.

Buy anche sul titolo NIO, dopo la nota di Morgan Stanley, che ha aggiunto il titolo del produttore cinese di auto elettriche (EV) nella sua lista di idee tattiche.

Gli analisti del colosso bancario Usa hanno motivato la scelta affermando di ritenere che le azioni del gruppo saliranno con l’allentamento delle restrizioni Covid imposte nell’area di Shanghai. Inoltre, NIO dovrebbe trarre beneficio dall’arrivo di nuovi sussidi a favore degli acquirenti di auto elettriche.

Sul mercato del reddito fisso Usa, i tassi sui Treasuries a 10 anni sono in crescita al 2,84%.