Emergenza cibo: 750 milioni di persone a rischio fame secondo la FAO. L’impatto sui Paesi più colpiti
A causa dell’impennata dei prezzi, delle preoccupazioni per il clima e dell’aumento delle incertezze di mercato derivanti dalla guerra in Ucraina, oltre 750 milioni di persone rischiano la fame. Queste sono le ultime previsioni della Fao che vede un inasprimento delle incertezze dei mercati alimentari e delle bollette delle importazioni alimentari che raggiungono un nuovo record. Ieri è uscito l’ultimo Food Outlook della FAO, il report che due volte all’anno analizza la situazione alimentare del nostro pianeta, studiando l’andamento della domanda e dell’offerta del mercato per i principali prodotti alimentari del mondo, inclusi cereali, riso, zucchero, carne, latticini, pesce, ecc.
La guerra in Ucraina sta coinvolgendo due delle più grandi aree del mondo per importanza del mercato agricolo, oltretutto in un momento già precedentemente caratterizzato da prezzi e volatilità elevata.
Record costo importazioni di cibo
Dal report emerge che il valore delle importazioni globale di cibo ha raggiunto quest’anno un nuovo record di 1,8 trilioni di dollari e questo non a causa dei volumi importati dai vari Paesi ma a causa dei prezzi più elevati delle materie prime e dei costi di trasporto, quindi “si paga di più per ricevere molto meno cibo”. Questi sono dei segnali allarmanti che mettono a rischio la tenuta del nostro sistema alimentare.
Ma questo non solo per colpa della guerra in Ucraina, infatti il rapporto avverte che diversi eventi climatici che si stanno verificando in più parti del mondo stanno stressando diverse economie e che potrebbero durare ancora per anni. Ne è un esempio la Niña, e quindi i venti nell’Oceano Pacifico, che dal 2020 stanno influendo sulle condizioni meteorologiche di tutto il mondo, e queste anomalie continueranno per tutto il 2022.
Paesi più colpiti
Seconde le analisi della FAO, le zone più colpite da fame e carestie sarebbe già quelle che si trovano in difficoltà e quindi in Africa, regione fortemente colpita dalla drastica riduzione delle esportazioni di grano e cereali da Russia e Ucraina. In particolare, tra i Paesi più colpiti figurano lo Yemen, la Nigeria e il Sud Sudan, tutte regioni colpite da una siccità senza precedenti; ma anche Somalia e Afghanistan.
Come strategia per salvaguardare la sicurezza alimentare di varie regioni del mondo, la FAO ha proposto un Fondo per il finanziamento delle importazioni alimentari, in modo da sostenere la bilancia dei pagamenti dei Paesi a basso reddito che dipendono maggiormente dalle importazioni alimentari.
Infine, secondo il direttore generale della Fao, Qu Dongyu, “siamo in una corsa contro il tempo per aiutare gli agricoltori nei Paesi più colpiti, anche aumentando rapidamente la produzione alimentare”.