Wall Street: futures positivi dopo giovedì da incubo post Fed. Tassi Treasuries si sfiammano
I futures Usa indicano una voglia di ripresa: alle 13.30 circa ora italiana, i futures sul Dow Jones sono in rialzo di quasi 200 punti, (+0,63%), quelli sullo S&P 500 avanzano dello 0,85% e quelli sul Nasdaq balzano dell’1,19%.
Wall Street cerca così di lasciarsi alle spalle la seduta da incubo della vigilia, scatenata dall’effetto Fed, che il giorno prima aveva annunciato di aver alzato i tassi Usa di 75 punti base, al nuovo range compreso tra l’1,5% all’1,75%, nel tentativo di scongiurare nuove fiammate dell’inflazione Usa.
Con la paura della recessione tornata sotto i riflettori, il Dow Jones ha terminato la sessione di ieri in calo del 2,42%, o di 741,46 points, a 29.927,07, bucando la soglia di 30.000 punti per la prima volta dal gennaio del 2021. Lo S&P 500 è capitolato del 3,25% a 3.666,77. Il Nasdaq Composite ha segnato un tonfo del 4,08% a 10.646,10, capitolando al valore più basso dal settembre del 2020.
Lo S&P 500 e il Nasdaq sono scivolati ulteriormente nella fase di mercato orso, concludendo la sessione della vigilia a valori rispettivamente in flessione del 24% e del 34% rispetto ai loro precedenti record; il Dow Jones è a un passo dal bear market, a un valore inferiore del 19% dal record intraday assoluto testato il 5 gennaio di quest’anno.
Gli indici azionari Usa si avviano a terminare una settimana di perdite a livelli record.
Lo S&P 500 è orientato a soffrire la settimana peggiore dal marzo del 2020, ovvero da quando il mondo si risvegliò in preda alla pandemia Covid-19. L’indice ha perso il 6% su base settimanale, e tutti i suoi sottoindici sono lontani di almeno il 15% rispetto ai loro recenti massimi.
Il Dow Jones, che ieri ha bucato la soglia di 30.000 punti per la prima volta dal gennaio del 2021, ha perso su base settimanale il 4,7%, soffrendo la sua 11esima settimana di ribassi delle ultime 12. Il Nasdaq Composite è stato colpito in modo più pesante, e si avvia a concludere la settimana con un ribasso del 6,1%.
In attesa del dato relativo alla produzione industriale, si mette in evidenza la sfiammata dei rendimenti sui Treasuries Usa, che ieri erano balzati, scommettendo su una Fed più aggressiva sui tassi.
I tassi decennali scendono al 3,214%, mentre i tassi a 30 anni sono in flessione al 3,271%. I rendimenti dei Treasuries a 2 anni, più sensibili alle decisioni di politica monetaria della Fed, sono invece in crescita al 3,164%.