Prezzo gas corre ancora, tagli forniture alimentano rischio razionamento
Continua il rally del gas che anche oggi sale del 3,52% trovandosi così a quota 125,70 €/MWh sulla scia dei continui tagli dell’offerta di gas russo. Già settimana scorsa i prezzi sono schizzati in avanti del 43% a seguito dei primi annunci di minori forniture dalla Russia.
Dopo le riduzioni delle forniture della settimana scorsa, Gazprom ha comunicato che ad oggi le sue spedizioni tramite il Nord Stream si sono dimezzate arrivando a solo il 40% della capacità. Crescono di giorno in giorno le preoccupazioni di un possibile razionamento del gas in Europa e il nostro governo già questa settimana potrebbe dichiarare lo stato d’allerta, nel caso dovessero perdurare le riduzioni delle forniture provenienti dalla Russia.
A riguardo il capo di Gazprom, Alexey Miller, avverte che è probabile che l’offerta rimanga frenata visto che “per ora non c’è soluzione per i problemi con le turbine a gas essenziali per il funzionamento del gasdotto”. Questa importante riduzione delle forniture dalla Russia sta costringendo i Paesi europei a liberare il gas dalle proprie riserve di gas e i leader di Italia e Germania hanno accusato a più riprese Mosca di aver deliberatamente interrotto le spedizioni di gas come “ricatto” a seguito delle sanzioni.
Il governo tedesco ha già chiesto ai cittadini di ridurre i consumi e prevede inoltre di fare più affidamento sulle sue centrali a carbone, dato che l’approvvigionamento di gas rimane incerto. A riguardo, il ministro dell’Economia tedesco Robert Habeck, afferma che “la sicurezza dell’approvvigionamento è attualmente garantita, anche se la situazione è grave”.
L’altro elemento di preoccupazione sul fronte del gas e che nell’ultima settimana ha contribuito al rialzo dei prezzi è dato dall’interruzione prolungata dell’impianto di Freeport LNG in Texas, uno dei principali esportatori di gas naturale liquefatto su cui l’Europa faceva affidamento per riempire gli stoccaggi in vista della stagione invernale.