Wall Street: futures in rally post settimana shock Fed. Dow Jones +440 punti, Nasdaq e S&P 500 +1,65%
Wall Street pronta a riaprire in forte rialzo dopo la pausa della vigilia, dovuta alla festività nazionale della liberazione degli schiavi d’America, che di norma si ricorda il 19 giugno.
Essendo il 19 giugno domenica, l’amministrazione Usa ha spostato il giorno della festività nazionale a oggi, lunedì 20 giugno.
La borsa Usa punta alla rimonta, dopo la settimana peggiore dal 2020 per l’indice benchmark S&P 500. Alle 13.30 circa ora italiana, i futures sul Dow Jones salgono di 442 punti (+1,48%), i futures sul Nasdaq avanzano dell’1,65%, così come quelli sullo S&P 500.
La scorsa settimana, lo S&P ha chiuso in calo su base settimanale del 5,8%, il Dow Jones ha perso il 4,8%, scendendo sotto la soglia dei 30.000 punti per la prima volta dal gennaio del 2021, il Nasdaq ha perso anch’esso il 4,8%.
Motivo: i timori sull’inevitabilità di una recessione, dovuta da una Fed sempre più aggressiva sul fronte dei tassi per sconfiggere l’inflazione galoppante.
La banca centrale americana guidata da Jerome Powell ha alzato mercoledì scorso i tassi sui fed funds di 75 punti base, lanciando la stretta monetaria più sostenuta dal 1994.
Occhio a non dare troppa importanza, consigliano tuttavia gli strategist di Goldman Sachs e Morgan Stanley, ai rimbalzi degli indici azionari Usa, che potrebbero rivelarsi molto probabilmente semplici parentesi di un mercato orso.
In particolare, gli strategist di Morgan Stanley guidati da Michael Wilson hanno scritto in una nota riportata da Bloomberg che l’indice S&P 500 dovrà scendere di un ulteriore 15-20%, a 3.000 punti circa, per riflettere a pieno l’intensità della contrazione economica attesa.
“Il mercato orso non sarà finito fino a quando non arriverà la recessione o il rischio di una recessione non sarà rientrato”, si legge della nota degli strategist, che segue i bruschi tonfi che Wall Street ha sofferto la scorsa settimana: lo S&P 500 ormai è in fase di mercato orso, avendo perso più del 20% dai massimi precedentemente testati a gennaio.