Consumi, l’inflazione spinge al 43% la quota delle spese obbligate sul totale: mai così alte sinora
L’inflazione galoppante di quest’anno spinge a livelli mai osservati prima (43% sul totale dei consumi) la quota delle spese obbligate per gli italiani. Un segno chiaro di come i cittadini stiano riducendo le spese di “piacere”, per cercare di far quadrare i conti in questo difficile contesto. A evidenziare il trend è un’analisi di Confcommercio.
In particoalre, l’aggiornamento al 2022 della scomposizione dei consumi delle famiglie tra spese obbligate e spese commercializzabili, pur continuando ad essere influenzato da quanto accaduto dalla primavera del 2020, risente in misura significativa della ripresa dell’inflazione che colpisce in modo profondamente eterogeneo le varie categorie di spesa. Ovviamente, le spese obbligate, attraverso la dimensione dei prezzi dell’energia, sono le più colpite. Raggiungono quasi il 43% di quota sul totale consumi (inclusi gli affitti), un valore mai osservato prima.
Il desiderio di ritorno alla normalità sta sostenendo, in questa prima parte dell’anno, i consumi delle famiglie con alcuni comparti in forte recupero – come il turismo e l’area della convivialità e del tempo libero – ma ci sono settori che ancora stentano, come l’automotive e l’abbigliamento.
Un quadro che rischia un forte rallentamento, soprattutto dopo l’estate, a causa dell’impatto sul potere di acquisto delle famiglie dell’inflazione (prevista intorno al 7% nel 2022), degli aumenti dell’energia e delle spese obbligate; queste ultime, infatti, nel 2022 raggiungono la quota record del 42,9% sul totale dei consumi, il valore più alto di sempre, con un incremento dell’incidenza di 6,3 punti dal 1995 ad oggi; su un totale consumi all’anno di oltre 19mila euro pro capite, per le spese obbligate se ne vanno 8.154 euro (+152€ rispetto all’anno scorso), tra queste spese, la quota principale è rappresentata dalla voce abitazione (4.713 euro) ma il contributo maggiore all’incremento complessivo viene dall’aggregato energia, gas e carburanti (1.854 euro) che, nella media del 2022, raggiunge un’incidenza sul totale consumi del 9,7%, valore mai registrato prima.
Insomma, un contesto non facile, che avrà probabilmente l’effetto di comprimere la spesa su molte aree delle spese libere con il rischio di deteriorare il clima di fiducia attuale e prospettico. Un ulteriore segnale della possibile recessione in arrivo, senza un’inversione di marcia chiara e decisa sui rincari energetici.