Cerchi lavoro? Lo trova direttamente l’azienda mentre prendi lo stipendio: la novità da Stellantis
Si chiama active placement il nuovo strumento di politica attiva del lavoro che potrebbe presto vedere la luce in Stellantis.
In pratica chi desidera cambiare lavoro, un’esigenza avvertita soprattutto negli ultimi tempi con il fenomeno delle Grandi dimissioni, potrà affidarsi alla stessa azienda in cui lavora, nel caso di specie Stellantis che si attiverà affidandosi ad un’agenzia specializzata che troverà un nuovo lavoro a chi vuole lasciare e nel periodo di ricerca continuerà a lavorare nella stessa azienda, non perdendo così lo stipendio.
La novità potrebbe vedere la luce con la firma attesa oggi del nuovo accordo sulle uscite volontarie tra il gruppo automobilistico e i sindacati metalmeccanici. Nell’intesa saranno inseriti incentivi per accompagnare all’uscita chi vuole lasciare e aiuti per chi vuole cambiare.
Come riporta Repubblica, non è detto però che tutte le sigle diranno sì. Se Fim, Uilm, Fismic, Aqcf e Ugl hanno firmato gli accordi precedenti, la Fiom non ha firmato l’ultima intesa di Mirafiori, che interessava 480 persone, a maggio.
L’accordo che dovrebbe essere firmato oggi interesserà una platea di oltre 650 addetti a livello nazionale, anche se una quota rilevante sarà concentrata nei reparti di Torino.
Gigafactory di Termoli al via dal 2026
Non è l’unica novità in casa Stellantis. La gigafactory di Termoli dovrebbe dare il via alla produzione nel 2026. Il gruppo automobilistico nato dalla fusione tra FCA e PSA eliminerà gradualmente le attuali produzioni a Termoli dall’inizio del 2024, mentre le operazioni iniziali della nuova gigafactory dovrebbero iniziare nel 2026. La transizione comporterà un picco di licenziamenti previsto per il 2025, che coinvolgerà 1.000 lavoratori, mentre l’intera forza lavoro dell’impianto, circa 2.000 persone, sarà di nuovo pienamente occupata entro il 2030, quando si prevede che le attività della nuova gigafactory funzioneranno a pieno regime. I sindacati hanno aggiunto che la produzione di alcuni motori a combustione interna “premium” continuerà “per alcuni anni” oltre il 2026.