Wall Street: futures negativi in attesa market mover cruciale occupazione Usa
Futures Usa negativi nel giorno in cui verrà pubblicato negli Stati Uniti il dato che condizionerà il sentiment dell’azionario globale: il report occupazionale di giugno.
Gli analisti intervistati da Dow Jones prevedono una crescita di nuovi posti di lavoro di 250.000 unità, inferiore all’aumento delle payrolls di 390.000 del mese di maggio. Il tasso di disoccupazione è previsto invariato al 3,6%.
Anche Goldman Sachs stima una crescita dell’occupazione, negli Stati Uniti, pari a 250.000 unità, a fronte di un tasso di disoccupazione invariato, in linea dunque con il consensus e “a conferma si un solido aumento dell’occupazione”, come si legge nella nota del colosso bancario Usa. Un solido aumento, precisano da Goldman Sachs, che è compensato da una crescita di 0,1 punti percentuali della partecipazione alla forza lavoro, al 62,4%”.
Ieri sessione positiva per Wall Street, con il Dow Jones Industrial Average in rialzo di 346,87 punti, +1,12%, a 31,384.55. Lo S&P 500 è salito dell’1,5% a 3.902,62, mentre il Nasdaq Composite è balzato del 2,28% a 11.621,35.
Alle 7.50 ora italiana i futures sul Dow Jones arretrano dello 0,30% circa, quelli sullo S&P 500 scendono dello 0,35%, quelli sul Nasdaq sono in ribasso dello 0,40%.
Wall Street ha segnato un solido rialzo nonostante i toni indiscutibilmente hawkish sui tassi arrivati il giorno prima con la pubblicazione delle minute del Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed, relative all’ultima riunione del 15 giugno.
In quell’occasione la banca centrale Usa guidata da Jerome Powell ha alzato i tassi di 75 punti, al nuovo range compreso tra l’1,50% e l’1,75%, procedendo alla stretta monetaria più forte dal 1994.
Dalle minute è emersa la determinazione della Fed a continuare ad alzare i tassi nella sua lotta contro l’inflazione. Una stretta monetaria di 50 o di 75 punti base sarebbe “probabilmente appropriata” nella prossima riunione di luglio, in calendario il 26 e il 27 luglio, si legge nel documento. Ancora, dai verbali è risultato che la Fed potrebbe diventare ancora più aggressiva, nel caso in cui l’elevata inflazione dovesse persistere.
“Molti esponenti (del Fomc) hanno osservato la presenza “di un rischio significativo che l’inflazione possa diventare radicata se i mercati dovessero mettere in dubbio la determinazione della banca centrale a combatterla” .
Il Fomc ha parlato al contempo della presenza di “rischi al ribasso per la crescita (dell’economia Usa, dunque del Pil), inclusa la possibilità che i rialzi della Fed producano un impatto più forte di quanto anticipato”.